A partire da gennaio 2024 bisognerà dire definitivamente addio al reddito di cittadinanza che verrà rimpiazzato da nuove misure. Come canta Lo Stato Sociale con il brano Una vita in vacanza: “E fai il candidato poi l’esodato, qualche volta fai il ladro o fai il derubato. E fai opposizione e fai il duro e puro e fai il figlio d’arte, la blogger di moda. Perché lo fai? Perché non te ne vai?”.

Tanti sono i quesiti che ogni giorno affollano le nostre teste e quelle dei nostri politici.

Proprio quest’ultimi, d’altronde, hanno l’importante compito di trovare le soluzioni giuste ai problemi dei cittadini. Un ruolo non di certo facile da ricoprire. Questo anche perché qualsiasi decisione venga presa sembra quasi inevitabile che qualcuno non risulti soddisfatto.

Verso l’addio al reddito di cittadinanza

Ne è un chiaro esempio il reddito di cittadinanza. Al centro delle polemiche fin dalla sua introduzione, continua ad essere oggetto di discussione anche dopo la decisione del governo di mettere la parola stop a tale misura. Il sussidio targato Movimento 5 Stelle verrà erogato fino alla fine dell’anno in corso a favore dei nuclei famigliari che presentano al loro interno un disabile, un minore, una persona over 60 oppure presa in carico dai servizi sociali. A partire dal prossimo anno i soggetti in questione potranno accedere all’assegno di inclusione.

In tutti gli altri casi il reddito di cittadinanza viene erogato nel corso del 2023 per massimo sette mensilità. Ne consegue che già molti percettori hanno dovuto dire addio al sussidio in questione. Questo, però, non significa che rimarranno tutti senza aiuti economici. Coloro in possesso di determinati requisiti, infatti, possono richiedere dallo scorso settembre il Supporto per la formazione e il lavoro.

Chi sono gli esodati del nuovo sussidio di cittadinanza

Il Supporto per la formazione e il lavoro consiste in un contributo pari a 350 euro al mese, erogato per massimo 12 mesi, senza possibilità di rinnovo.

Questo a patto di prendere parte a dei percorsi formativi. Entrando nei dettagli, come si evince dall’articolo 12 della legge numero 48 del 4 maggio del 2023, tale misura:

“è utilizzabile dai componenti dei nuclei familiari, di età compresa tra 18 e 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare, in corso di validità, non superiore a euro 6.000 annui, che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione. Il Supporto per la formazione e il lavoro può essere utilizzato anche dai componenti dei nuclei che percepiscono l’Assegno di inclusione, che non siano calcolati nella scala di equivalenza di cui all’articolo 2, comma 4, e che non siano sottoposti agli obblighi di cui all’articolo 6, comma 4. Il Supporto per la formazione e il lavoro è incompatibile con il Reddito e la Pensione di cittadinanza e con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione”.

La soglia Isee per beneficiare del reddito di cittadinanza, si ricorda, è pari a 9.360 euro. Quella fissata per il Supporto per la formazione e il lavoro, invece, è pari a 6 mila euro. Coloro che hanno un Isee compreso tra 6 mila euro e 9.360 euro rischiano di diventare di fatto gli esodati del nuovo sussidio di cittadinanza. In quest’ultimo caso l’unica speranza è di trovare al più presto un impiego. Intanto si consiglia di rivolgersi al centro per l’impiego di competenza oppure ad un Caf o patronato per ottenere informazioni utili su quale strada proseguire tenendo conto della propria situazione personale e famigliare.