Si parla sempre più di fuga di italiani all’estero per pagare meno tasse sulla pensione. Dal Portogallo alla Grecia, sono in molti a scandagliare sul web le varie opportunità offerte dalle giurisdizioni straniere per guadagnare sulla rendita pubblica. Complice il carovita e le tasse in Italia, del resto, si fa sempre più fatica a starci dentro.

Ciò premesso, c’è da dire che solo chi gode di pensioni medio-alte ha effettimavente vantaggio a trasferire la propria residenza all’estero per pagare meno tasse.

Non senza difficoltà. Alla maggior parte dei pensionati conviene restare in Italia senza manco preoccuparsi troppo di trovare una soluzione complicata per risparmiare sul fisco. Basta fare due conti per capire quanto effettvamente si paga sulla propria pensione.

Quante tasse si pagano sulle pensioni in Italia

Ma quanto versa di imposte effettivamente un pensionato in Italia? Quale è realmente la differenza dal lordo al netto sulla pensione? Ebbene, calcolatrice alla mano, chi percepisce. ad esempio, un assegno di 1.200 euro al mese (15.600 euro all’anno) versa all’erario 277 euro, cioè il 23% della base imponibile che rappresenta l’aliquota Irpef minima. Ma poi, grazie alle detrazioni per reddito (125 euro al mese), si scende a 152 euro di prelievo fiscale. Cioè il 12,6%. La pensione netta è quidni di 1.048 euro al mese.

Abbiamo preso a esempio il reddito medio pensionistico degli italiani del 2022. Ma numericamente la maggior parte dei pensionati in Italia prende ancora meno di pensione. E la tendenza è al ribasso. Ovviamente salendo di importo aumentano anche le tasse in base alle aliquote Irpef suddivise per scaglioni. Al momento, in base all’ultima riforma fiscale oggi in vigore, le aliquote Irpef previste per i redditi dei pensionati sono:

  • fino a 15mila euro: aliquota al 23%;
  • tra 15.001 e 28 mila euro: aliquota al 25%;
  • tra 28.001 e 50 mila: aliquota al 35%;
  • sopra i 50 mila euro di reddito: trattenuta del 43%.

Per capire, quindi, quante tasse si pagano vivendo in Italia da pensionati, basta fare due conti molto semplici.

In rete esistono anche dei programmi semplici che sono in grado di simulare le tasse dovute annualmente all’erario in base all’importo percepito.

La no tax area sulla pensione

Ma le cose potrebbero presto migliorare. Con la riforma fiscale in arrivo, il governo ha intenzione di istituire una no tax area uguale per tutti i lavoratori dipendenti e pensionati. Oggi questa soglia già esiste in base alla legge n. 289 del 2002: per i lavoratori dipendenti è pari a 8.145 euro all’anno, per gli autonomi 5.500 euro, per i pensionati 8.500 euro all’anno.

Al di sotto di questa soglia di reddito e per effetto delle detrazioni, il beneficiario non paga alcuna tassa. Ma è del tutto evidente che in caso di cumulo dei redditi da pensione con altri redditi da lavoro, questa esenzione viene meno e si rientra nella tassazione ordinaria prevista dagli scaglioni Irpef.

Il sistema attuale, sostanzialmente, prevede solo che le detrazioni d’imposta possano azzerare le tasse dovute all’erario. Ma non vi è una esclusione delle imposte in senso assoluto anche per chi prende poco di pensione. Con la legge delega, il governo Meloni intende riformare il fisco introducendo una no tax area comune per i redditi da lavoro dipendente e da rendita.

La novità quindi non troverà applicazione per i redditi da lavoro autonomo. Nel testo attualmente in circolazione non ci sono dettagli su quale dovrebbe essere la nuova soglia di esenzione dalle imposte Irpef.

Riassumendo…

  • Chi prende pensioni basse, paga un’aliquota fiscale molto bassa in Italia.
  • Il calcolo netto della pensione tiene conto anche delle detrazioni fiscali, non solo delle imposte.
  • La no tax area per i pensionati è di 8.500 euro all’anno.