Esistono alcune categorie di lavoratori che possono accedere alla pensione a 61 anni, ma non sempre ne sono al corrente. Nella giungla previdenziale italiana non sempre si conoscono tutte le regole.

A parte Opzione Donna che prevede l’uscita a 58-59 anni e le anzianità dei militari (in pensione a 58 anni), vi sono altri lavoratori. In particolare gli addetti a mansioni particolarmente gravose e ad attività notturne. Come anche le lavoratrici con figli in Ape Sociale. Vediamoli.

Lavoratori notturni e usuranti in pensione a 61 anni

Più precisamente si tratta di lavoratori che prestano attività in galleria, cava o miniera, ad elevate temperature o che lavorano per l’asportazione dell’amianto.

Vi rientrano anche i palombari.

I lavoratori notturni, che prestano la propria attività per almeno 6 ore di notte, per almeno 72 giorni all’anno. Gli addetti alla linea di catena e i conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con un minino di 9 posti a sedere.

Per tutti, i requisiti per ottenere la pensione anticipata sono quelli di aver compito 61 anni e 7 mesi di età e avere un’anzianità contributiva di almeno 35 anni. Per i lavoratori autonomi serve un anno in più come requisito anagrafico.

Fra gli altri requisiti da rispettare, è necessario aver svolto una o più attività lavorative di cui sopra per un periodo di tempo pari ad almeno 7 anni negli ultimi 10 anni. Oppure, per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.

Ape Sociale per le donne con figli

A 61 anni possono andare in pensione anche le lavoratrici con figli che rientrano in Ape Sociale. La legge prevede infatti uno sconto di massimo due anni per ciascun figlio rispetto al requisito anagrafico di 63 anni previsto.

Ciò, tuttavia, non basta. Le lavoratrici devono inoltre trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni:

  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione;
  • Avere almeno 30 anni di contributi e assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente (genitori o figli) con handicap in situazione di gravità;
  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%;
  • Avere almeno 36 anni di contributi e svolgere da almeno sei anni un lavoro gravoso.