Andare in pensione a 58 anni resta un privilegio per pochi. Anche per il 2022 sarà solo un ristretto numero di persone a poter lasciare in anticipo il lavoro. Vediamo chi avrà questo diritto (o privilegio) rispetto alla generalità dei lavoratori.

La legge riserva la possibilità di andare in pensione a 58 anni al personale militare e appartenente alle forze dell’ordine. Ma anche alle lavoratrici che sono impiegate in attività diverse, quali dipendenti del settore privato o della pubblica amministrazione.

Militari in pensione a 58 anni

Anche nel 2022 il personale militare e delle forze di polizia potrà andare in pensione a 58 anni.

La riforma Fornero non ha modificato i requisiti previsti per le pensioni di anzianità che restano attualmente in vigore. E nulla è in procinto di cambiare con la legge di bilancio 2022.

A parte la cessazione del servizio per raggiungimento dell’età ordinamentale, come previsto dalla legge, i militari possono cessare anticipatamente dal servizio e andare in pensione se in possesso, alternativamente, dei seguenti requisiti:

  • età anagrafica di almeno 58 anni e anzianità contributiva non inferiore a 35 anni;
  • anzianità contributiva di 41 anni indipendentemente dall’età anagrafica.

In entrambi i casi la decorrenza della pensione scatta solo dopo 12 mesi dalla domanda e contestuale maturazione dei requisiti (finestra mobile).

Opzione Donna anche nel 2022

A parte i militari, potranno lasciare il lavoro anticipatamente nel 2022 anche le lavoratrici. Opzione Donna prevede infatti l’accesso alla pensione a 58 anni a patto che sia maturata una anzianità contributiva minima di 35 anni.

L’uscita dal lavoro per la pensione a 58 anni spetta esclusivamente alle donne che lavorano alle dipendenze di aziende private o della pubblica amministrazione. Anche in questo caso, come per il personale militare, la finestra mobile è di 12 mesi. Quindi si tratta di tempi di attesa abbastanza lunghi. Per le lavoratrici autonome, che però possono andare in pensione a 59 anni, i tempi di attesa sono addirittura di 18 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Attenzione, però, ai contributi validi per la pensione. La legge non ammette che siano computabili i periodi di aspettativa, malattia e disoccupazione. Cioè quel tipo di contribuzione figurativa che non concorre alla misura della pensione.