Cessione de credito. Profonda crisi per le imprese e i professionisti che gravitano intorno al sistema superbonus 110. Infatti, dopo aver accordato lo sconto in fattura al contribuente, le imprese che in cambio hanno ricevuto la detrazione sotto forma di credito d’imposta, non sanno più come fare cassa. Infatti, le banche non stanno più accettando nuove pratiche di cessione e di conseguenza le imprese non hanno più la liquidità a sufficienza per portare avanti i cantieri già avviati o per avviarne di nuovi.

Solo due banche sembrerebbero accettare nuove pratiche di cessione.

Le novità introdotte di recente dal DL 176/2022, decreto Aiuti-quater, non aiuta le imprese in tal senso, ma serve solo a consentire loro di utilizzare il credito per pagare imposte e contributi previdenziali su un arco temporale più lungo rispetto a quello ammesso fino a poco tempo fa.

A complicare ancora di più le cose, è il forte ridimensionamento del 110% fatto ad opera dello stesso decreto. Partiamo proprio da questo per poi analizzare la situazione sulla cessione del credito.

Superbonus. L’agevolazione cambia con il decreto Aiuti-quater

Dal 2023 il superbonus passerà al 90%: sia per i lavori condominiali sia per quelli effettuati su villette ed edifici unifamiliari. A stabilirlo è l’art. 9 del decreto Aiuti-quater.

In riferimento ai lavori effettuati su edifici e villette unifamiliari, i contribuenti potranno sfruttare il superbonus solo se:

  • titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare (Usufrutto, uso, abitazione, superficie, enfiteusi);
  • la stessa unità immobiliare è adibita ad abitazione principale;
  • titolari di un reddito di riferimento moltiplicato per un quoziente familiare,  non superiore a 15.000 euro.

Superbonus. Le imprese in crisi e le novità sull’utilizzo del credito

Il decreto Aiuti-quater contiene delle novità anche in merito alla cessione del credito o meglio all’utilizzo dei crediti legati ai lavori superbonus.

Infatti, i cessionari ossia le imprese, le banche, i contribuenti, ecc.

che hanno rilevato un credito da superbonus 110, possono scegliere di suddivide il credito acquisito dal contribuente, fino ad un massimo di 10 quote annuali. In tal modo, l’impresa ha a disposizione 10 anni anziché 5 (o 4) per utilizzare il credito ai fini del pagamento di imposte e contributi previdenziali.

La novità riguarda i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati in compensazione.

l fornitore o il cessionario dovrà informare il Fisco con una comunicazione telematica da inviare secondo le modalità che saranno definite a breve da un provvedimento ad hoc. La quota di bonus non utilizzata nell’anno non potrà essere usufruita negli anni successivi né richiesta a rimborso.

Si tratta di un’importante novità che però non aiuta le imprese a liberarsi dei crediti nell’immediato. Infatti, a oggi il Governo non ha ancora adottato quelle misure necessarie per far si che l’impresa possa rendere liquidi i crediti giacenti nel proprio portafoglio.