Il governo Meloni sferra un colpo basso al settore edilizio ed ai proprietari di casa che erano intenzionati a ristrutturare le proprie abitazioni. Mette fine a due importanti strumenti che furono messi in campo da precedenti legislature per dare una spinta all’intero comparto edilizio. Ci riferiamo allo sconto in fattura e alla cessione del credito.

Due strumenti che permettevano ai committenti, privi di liquidità necessaria, di poter fare i lavori. In pratica, invece, di godere della detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi da spalmare in più anni d’imposta, veniva concessa possibilità di optare per:

  • sconto in fattura accordato dall’impresa che esegue i lavori. A fronte di ciò quest’ultima matura un credito d’imposta che può utilizzare in compensazione oppure cedere a terzi
  • oppure cessione del credito a terzi soggetti (inclusa l’impresa stessa che fa i lavori). Chi acquisisce il credito può utilizzarlo in compensazione oppure cederlo ulteriormente.

Regola prevede che l’opzione per la cessione del credito possa essere fatta anche per le rate residue di detrazione.

Ad esempio, Tizio ha fatto lavori per il bonus ristrutturazione 50%. Si tratta di un beneficio fiscale da spalmare in 10 quote annuali di pari importo. La regola, prima dello stop deciso dal governo Meloni, prevedeva che Tizio poteva decidere di godere, ad esempio, delle prime due quote come detrazione fiscale in dichiarazione e optare per la cessione del credito con riferimento alle altre 8 quote.

Cosa dice il decreto che ha deciso lo stop cessione del credito

Con il decreto- legge n. 11 del 16 febbraio 2023 è stato deciso che, dal 17 febbraio 2023, non si potrà più optare per lo sconto i fattura o cessione del credito.

In particolare, il decreto, stabilisce lo stop per sconto e cessione del credito per le spese sostenute a fronte di lavori per i quali il titolo abilitativo (CILA, CILAS, ecc.) ha data successiva al 16 febbraio 2023.

Per i lavori in edilizia libera per i quali non ci serve il titolo abilitativo, non si può più optare per sconto in fattura o cessione del credito per i lavori iniziati dopo il 16 febbraio 2023.

Se poi si tratta di lavori condominiali, non i può fare più opzione per i lavori per i quali la relativa delibera risulta approvata con data successiva al 16 febbraio 2023.

E per le rate residue di detrazione?

Il decreto non tratta il discorso delle rate residue. Mettiamo ad esempio, un committente che ha già goduto della detrazione fiscale bonus ristrutturazione per le prime due quote. Adesso, dopo il 16 febbraio 2023, vuole cedere le altre 8 quote.

La domanda: può cedere adesso, dopo il decreto 11 del 16 febbraio 2023, queste restanti 8 quote?

A nostro parere questa possibilità deve considerarsi ammessa in quanto, il decreto come detto dice che la cessione del credito si può fare ancora per i lavori il cui titolo abilitativo ha data prima del 17 febbraio 2023. Oppure per quelli in edilizia libera, per i lavori iniziati prima del 17 febbraio 2023.

E le rate residue di detrazione si riferiscono a lavori il cui titolo abilitativo certamente ha data prima del 17 febbraio 2023.

Si consideri, comunque, che il decreto ora dovrà passare l’esame di Camera e Senato per diventare legge. Quindi, certamente potranno esserci proposte di emendamenti. Inoltre è atteso per oggi stesso, 20 febbraio 2023, l’incontro tra governo e sindacati del comparto edilizio e NON per un confronto e per capire se possono esserci punti da limare per evitare un collasso di tutto il settore, visto che a rischio ci sono anche numerosi posti di lavoro.