La cessione del credito legata ai bonus edilizi prosegue con tutte le difficoltà del caso, tra domande accettate e rifiutate. Le limitazioni poste dal legislatore per contrastare le frodi ha rallentato (e continua a rallentare) il meccanismo.

Molti istituti di credito, che prima erano disposti ad acquistare i crediti, hanno deciso di non accettare più pratiche per via del raggiungimento del plafond disponibile. Altri istituti hanno deciso di non accettare più cessioni semplicemente perché impauriti da una confusione legislativa che nel tempo si è creata.

Le responsabilità sono tante ed i cavilli burocratici da controllare sono un ostacolo non indifferente.

Poi c’è Poste Italiane che, invece, continua ad accettare la cessione del credito, ma con paletti ben fermi. Ad esempio, accetta solo prime cessioni, ossia quelle fatte direttamente dal committente. Non accetta, quindi, ad esempio la cessione del credito da parte dell’impresa che a sua volta ha acquisito il credito dal committente.

Stabilisce altresì un importo massimo cedibile non oltre i 150.000 euro per tutti i cedenti. Tale limite è da rispettare anche in caso di più cessioni.

Numerosi poi sono i documenti richiesti per la pratica e scrupolosi sono i controlli (oggettivi e soggettivi) fatti sulla documentazione stessa.

Quali bonus si possono cedere a Poste

La cessione del credito a Poste Italiane può avere ad oggetto tutti i tipi di bonus edilizi, senza esclusioni. Facciamo, quindi, riferimento ai seguenti:

  • 110
  • recupero patrimonio edilizio (ristrutturazione)
  • facciate
  • sismabonus
  • ecobonus ordinario
  • istallazione colonnine di ricarica
  • eliminazione barriere architettoniche (c.d. bonus barriere architettoniche 75%).

Per la cessione ovviamente Poste applica un prezzo. Il listino è disponibile nella guida pubblicata sul sito istituzionale di Poste stesso.

Cessione del credito, la tempistica di Poste

La mole di documenti richiesti per la pratica di cessione del credito ed i numerosi e scrupolosi controlli che Poste poi effettua sulla pratica prima di dare il lascia passare, si ripercuotono sula tempistica di liquidazione dell’importo al committente.

Prima che Poste liquidi la pratica al cliente possono trascorrere anche due mesi e mezzo a cui poi si vanno ad aggiungere gli eventuali altri giorni necessari all’Agenzie delle Entrate per controlli preventivi (massimo altri 30 giorni).

Quindi, se oggi, 23 settembre 2022, si carica una pratica di cessione del credito a Poste Italiane, il committente (cedente) NON vedrà liquidarsi l’importo prima della metà di dicembre 2022.

Poste però fa anche sapere che queste tempistiche potrebbero allungarsi ancora di più a causa della mole di richieste dal lavorare e/o per via di eventuali cambiamenti nel processo di cessione e della legge di riferimento.