Il governo ha intenzione di non applicare lo stop della cessione del credito e sconto in fattura ai c.d. incapienti.

E’ uno degli impregni che l’esecutivo ha deciso di prendere dopo l’incontro di ieri 20 febbraio 2023. Al tavolo hanno preso parte, governo, sindacati ed altri operatori coinvolti nel decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023.

Un decreto con cui il governo Meloni, di fretta e furia, ha deciso di mettere fine alle due opzioni di sconto in fattura e cessione del credito previste nel campo dei bonus edilizi.

Quindi, superbonus, bonus ristrutturazione, ecc. Due alternative alla detrazione fiscale che il legislatore aveva messo in campo per far ripartire il settore edilizio.

Cosa dice il decreto che blocca la cessione del credito

In sostanza, con il menzionato decreto si stabilisce che, dal 17 febbraio 2023, non sarà più possibile fare sconto in fattura o cessione del credito. L’unica strada percorribile per i committenti resta quella della detrazione fiscale in dichiarazione redditi da spalmare in più anni.

Lo stop, tuttavia, dice il decreto, non si applica a quelle spese relative a lavori il cui titolo abilitativo ha data antecedente il 17 febbraio 2023. Per i lavori in edilizia libera, lo sconto o la cessione sono ancora ammessi ma solo per spese relative a lavori che sono iniziati prima del 17 febbraio 2023.

Se poi trattasi di lavori condominiali, lo sconto e la cessione sono ancora ammessi, ma a condizione che, oltre a rispettare il requisito della data del titolo abilitativo o inizio lavori, anche la delibera di approvazione abbia data antecedente al 17 febbraio 2023.

Queste le uniche eccezioni previste.

Le conseguenze per gli incapienti

I più danneggiati dalla decisione dello stop sono certamente i c.d. incapienti. Si tratta di coloro che non hanno IRPEF da pagare e, quindi, non possono godere di detrazioni fiscali.

La legge, infatti, dice che le detrazioni fiscali possono farsi valere al massimo fino a concorrenza dell’IRPEF lorda.

Ricordiamo che l’IRPEF netta (ossia l’imposta da pagare) si ottiene sottraendo dall’IRPEF lorda proprio le detrazioni.

Esempio 1

Tizio ha un’IRPEF lorda di 300 euro e detrazioni complessive di 800 euro. In questo caso Tizio può godere delle detrazioni solo fino a 300 euro. Quindi, i restanti 500 euro li perderà. Pertanto, Tizio è “incapiente” per 500 euro (parzialmente incapiente).

Esempio 2

Caio ha un IRPEF lorda pari a 0. Allo stesso tempo ha spese che gli danno diritto ad una detrazione fiscale per 800 euro. In tal caso Caio è un soggetto totalmente “incapiente”. Egli perderà i complessivi 800 euro di detrazione.

Sconto e cessione del credito, il governo ci ripensa per gli incapienti?

Nell’ambito delle detrazioni fiscali per bonus edilizi, il fisco ha sempre ammesso anche per gli incapienti la possibilità di optare per sconto in fattura o cessione del credito. In questo modo, a loro era data possibilità di non perdere questi bonus anche se non potevano goderne nella forma della detrazione fiscale.

Il decreto del 16 febbraio 2023, invece, li esclude dal 17 febbraio 2023, a questa possibilità. Per loro, dunque, ogni speranza di poter recuperare l’onere sostenuto andrebbe persa. Il governo, dall’incontro sullo stop cessione del credito con i sindacati e gli altri operatori, sembra adesso voler rivedere questa posizione e riaprire a loro le porte della cessione del credito e sconto in fattura.

Per gli sviluppi della questione bisognerà adesso aspettare la conversione in legge del decreto.