Se ne era parlato già nel 2022 ma poi tutto finì nel dimenticatoio. Adesso rispunta nella legge delega riforma fiscale approvata da Camera e Senato. Ci riferiamo al c.d. cashback fiscale.

In sostanza, la possibilità, per il contribuente che ha sostenuto spese detraibili al 19%, di ottenere immediatamente il rimborso di tale percentuale senza dover attendere di indicarle nella dichiarazione redditi.

Le spese detraibili al 19%

Il legislatore indica una serie di spese che il contribuente può portare in detrazione nella propria dichiarazione redditi.

Una detrazione pari al 19% dell’onere sostenuto. Si tratta delle spese indicate all’art. 15 comma 1 del TUIR, ossia:

  • spese sanitarie
  • interessi passivi mutuo abitazione principale
  • spese sportive dei figli
  • spese d’istruzione (non universitarie e universitarie)
  • spese veterinarie
  • spese funebri
  • premi assicurazione rischio morte
  • spese sostenute in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
  • mensa scolastica
  • ecc.

Quindi, ad esempio, per una spesa sportiva del figlio di 200 euro, il contribuente ne recupera il 19%, vale a dire 38 euro.

Ricordiamo anche che, dal periodo d’imposta 2020, per avere la detrazione del 19% è necessario che il pagamento sia fatto con strumento tracciabile. Resta ancora la possibilità di detrazione anche se il pagamento è in contanti, per l’acquisto di farmaci (anche omeopatici), per l’acquisto di dispositivi medici e per le prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o strutture privare accreditate SSN (servizio sanitario nazionale).

Cashback fiscale, cosa dice la riforma

Come anticipato, oggi, regola vuole che la detrazione del 19% si recupera nella dichiarazione dei redditi del contribuente. Lo sgravio è per cassa. Questo significa che se ad esempio nel 2022, il contribuente ha sostenuto spese sanitarie detraibili al 19%, questo poi dovrà aspettare di fare in 730/2023 (anno d’imposta 2022) per poter recuperare il citato 19%.

Con la riforma fiscale che il governo dovrà mettere in atto le cose potrebbero cambiare.

Tra i vari decreti legislativi che il governo è delegato ad adottare spunta quello che prevede la messa in campo del c.d. cashback fiscale. A prevederlo è l’art. 2 comma 1 della legge delega.

In sostanza, il contribuente, se il tutto sarà reso reale, potrà avere immediatamente il rimborso del 19% di quanto speso, senza dover aspettare la dichiarazione redditi. Oggetto del caschback fiscale, almeno inizialmente, dovranno essere solo gli oneri detraibili al 19% di cui all’art. 15 comma 1 del TUIR pagati con strumenti tracciabili.

La cosa però dovrà avvenire gradualmente, dando priorità alle spese sanitarie e poi via via gli altri oneri. Il rimborso dovrà avvenire direttamente tramite piattaforme telematiche diffuse.

Riassumendo…

  • le spese detraibili al 19% sono quelle indicate all’art. 15 comma 1 del TUIR
  • dal periodo d’imposta 2020 per detrarre le spese al 19% è necessario che il pagamento risulti da strumento tracciabile (carta credito, bonifico, assegno, carta debito, ecc.). Possono pagarsi ancora in contanti i farmaci, i dispositivi medici, le prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o strutture privare accreditate SSN (servizio sanitario nazionale)
  • la detrazione 19% si prende nella dichiarazione dei redditi
  • con la riforma fiscale nascerà il cashback fiscale, ossia il rimborso immediato della spesa detraibile al 19% senza dover aspettare di indicarla in dichiarazione dei redditi.