Dubbi e incertezze continuano a emergere in questi giorni di lavoro serrato per ultimare la Legge di Bilancio da parte della squadra di Governo. Infatti perfino un provvedimento che ormai sembrava definito come quello della tregua fiscale rischia di essere corretto in zona Cesarini. La Legge di Bilancio deve essere completata entro il 20 dicembre. Una scadenza fondamentale per il Governo perché se non rispettata l’Italia rischia il cosiddetto esercizio provvisorio. Sarebbe il fallimento della maggioranza, anche se l’ipotesi esercizio provvisorio resta molto difficile.
Probabilmente si arriverà alla meta nei tempi prestabiliti e quindi la Manovra sortirà i suoi effetti a partire dal 1 gennaio 2023. Ma probabilmente la sanatoria delle cartelle esattoriali finirà con il partire con due mesi di ritardo. E’ ciò che si evince dalle ultime correzioni alla Legge di Bilancio di queste concitate ore. Una serie di correzioni che rischiano di rendere meno appetibile la sanatoria.

Ci viene chiesto

“Buonasera, volevo alcuni chiarimenti sulla sanatoria delle cartelle esattoriali che pare sia stata rimandata dal Governo. Ormai avevo fatto l’abitudine o meglio, mi ero tranquillizzato di poter mettere a posto la mia situazione debitoria con diverse cartelle che ho a mio carico, dall’IMU al bollo auto, dalle multe del Codice della Strada ad alcune omissioni contributive. Ho fatto per anni il fruttivendolo con partita IVA. Ma la crisi economica, che ha portato la mia azienda a chiudere, mi ha lasciato in eredità tutte queste cartelle. Pensavo di poter risolvere la situazione ma sembra che il Governo abbia fatto retromarcia, o almeno questo è quello che capisco da ciò che si legge in giro. Voi cosa mi dite?”

La sanatoria si farà, ma come?

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Non ci sono dubbi sul fatto che la sanatoria delle cartelle sarà un provvedimento che il nuovo Governo Meloni introdurrà nel sistema. Su questo i contribuenti, compreso il nostro lettore, possono stare abbastanza tranquilli.
Ma non vuol dire, però, che qualcosa in queste ore non stia cambiando anche in relazione alla sanatoria delle cartelle contenute nel grande provvedimento che si chiama tregua fiscale. Infatti, man mano che passano le ore sembra probabile che il ruolo delle amministrazioni locali diventi sempre più importante. A tal punto da escludere alcuni debiti dalla sanatoria. Oppure da renderla meno vantaggiosa rispetto a quanto si pensava. E sono proprio le imposte locali, le multe del Codice della Strada o il bollo auto a finire in questa specie di limbo, in attesa che la Manovra finanziaria concluda i suoi effetti entrando in vigore.

Le amministrazioni locali e i crediti vantati nei confronti dei contribuenti

Il passaggio assai delicato è quello che riguarda la data di avvio nella sanatoria che inizialmente era prevista per il 31 gennaio e che invece potrebbe slittare al 30 marzo. Un primo motivo è che vanno approfonditi alcuni argomenti di questa sanatoria, subito criticata da molti. Il fattore determinante che ha di fatto ingessato questo meccanismo, che sembrava ormai in procinto di avviarsi, sono le lamentele delle amministrazioni comunali. L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) infatti ha criticato il Governo che non ha tenuto in considerazione il loro ruolo non chiedendo prima il parere su una sanatoria che tirava dentro anche cartelle e tasse di cui il Comune è l’ente a cui sono indirizzate. E poi perché si tratta di soldi su cui un Comune conta sia per l’incasso che per l’attivo di bilancio. Sul banco degli imputati è finito subito il provvedimento di cancellazione delle cartelle esattoriali. Sembrava che anche il bollo auto, le multe del Codice della Strada e i balzelli locali quali TARSU, TARI, TOSAP o IMU, dovessero finire nella cancellazione d’ufficio delle cartelle sotto i mille euro e fino al 2015.
Un passaggio questo che forse adesso non si verificherà più.

Cosa succede adesso alla sanatoria delle cartelle

Rimanendo nel campo delle ipotesi, sembra che si vada nella direzione di concedere ai Comuni l’ultima parola relativa alla possibilità di cancellare queste cartelle. Cancellazione significa che il contribuente non dovrà versare nemmeno un centesimo su queste tasse, imposte o tributi evasi. Ma solo se l’amministrazione comunale a cui sono indirizzati questi crediti deciderà di approvare la cancellazione. Ciò che sembra essere sempre più probabile. Restano i dubbi sull’operato dell’amministrazione comunale che potrebbe far rimanere sul groppone dei contribuenti queste pendenze.

Dalla cancellazione alla rottamazione

Un’ipotesi però prevede che anche senza cancellazione delle cartelle, il contribuente potrebbe sfruttare la rottamazione delle cartelle. In parole povere, potrebbe essere concessa a una amministrazione comunale la possibilità di scegliere tra diverse vie. Per esempio, concedere ai loro concittadini la possibilità di cancellare definitivamente e in maniera automatica le cartelle sotto i 1.000 euro diventate ruolo fino al 2015 e se relative a tributi e tasse di loro competenza. La seconda via sarebbe quella di bloccare la cancellazione delle cartelle e di rendere questi balzelli idonei alla rottamazione come tutte le altre cartelle superiori ai 1.000 euro o più recenti del 2015. In questo caso il contribuente godrebbe comunque della possibilità di mettere a posto la situazione, con sconti su interessi e sanzioni e finendo col pagare in 18 rate trimestrali e nel periodo di 5 anni. La terza via invece sarebbe quella di negare per le tasse dei loro competenza, le agevolazioni previste per i loro concittadini.

Presto la manovra vedrà i natali ufficialmente e sulle cartelle risolti i dubbi

Ci vorrà ancora qualche giorno di pazienza per capire bene come si arriverà a meta con la tregua fiscale. Infatti, ripetiamo che si tratta soltanto di ipotesi, che tengono in considerazione anche diversi emendamenti sopraggiunti alla manovra in queste ore. Tutte ipotesi che presto però dovranno essere confermate o negate.
Ciò che abbiamo scritto mette in luce il ventaglio di tutto quello che è possibile che succeda adesso per le cartelle esattoriali. Pertanto una risposta definitiva anche al nostro lettore non può essere ancora data. Anche perché come dicevamo prima la Manovra finanziaria con tutti i provvedimenti al suo interno non è stata ancora licenziata definitivamente.