Niente rottamazione? Per i contribuenti arrivano i guai. L’allarme è già scattato, come anche le lettere che l’Agenzia delle Entrate sta mandando ai contribuenti. E non ci riferiamo alle lettere con cui sono state inviate le rate della sanatoria ai contribuenti che hanno presentato domanda di definizione agevolata delle cartelle. Ci riferiamo a delle lettere che adesso l’Agenzia delle Entrate Riscossione sta inviando a chi non ha aderito alla rottamazione o ha cartelle al di fuori della sanatoria.

E non sono lettere positive per chi le riceve.

“Salve, mi chiamo Rosario e ho appena ricevuto una lettera dall’Agenzia delle Entrate con il preavviso di fermo. Purtroppo non ho presentato domanda di definizione agevolata a giugno, anche perché le mie cartelle non vi rientravano. Adesso sento parlare di nuovo condono, ma nel frattempo ecco la spada di Damocle del fermo amministrativo. Cosa posso fare? Non ho i soldi per pagare. La mia azienda non naviga in buone acque ma a me l’auto serve anche perché faccio delle consegne proprio con la macchina.”

Nuove lettere Agenzia delle Entrate, si riparte con le azioni coattive

Il preavviso di fermo amministrativo, cioè le famose ganasce fiscali. Questo è l’argomento inerente le lettere che stanno arrivando a moltissimi contribuenti. Nella lettera c’è la “minaccia” di fermare l’auto, o le auto, ai contribuenti che hanno cartelle esattoriali pendenti e non inserite in sanatoria. Se chi riceve queste missive, non provvede al pagamento di quanto dovuto entro 30 giorni, passerà dal preavviso di fermo amministrativo al fermo vero e proprio. E non è una cosa da sottovalutare, perché le ganasce fiscali sono un serio problema per chi le subisce.

Cartelle esattoriali, adesso si fa dura: ecco le nuove lettere dell’Agenzia delle Entrate a migliaia di contribuenti per il fermo amministrativo

Ciò che stride e che indigna è il fatto che l’Agenzia delle Entrate Riscossione è partita con queste lettere immediatamente dopo la fine dell’invio delle lettere di risposta alle istanze di definizione agevolata.

In pratica, da una parte vengono inviate lettere di accoglimento delle pratiche di rottamazione e dall’altra vengono inviate lettere “minatorie” per gli esclusi dalla sanatoria. C’è chi vede in questi eventi, la “fame” di soldi del Fisco Italiano.

Sono migliaia i contribuenti interessati dal rischio di subire le cosiddette ganasce fiscali. E sono tutti quelli con cartelle non comprese o escluse dalla rottamazione quater. Ma lasciando da parte le polemiche, che seguono quelle relative ai provvedimenti di pignoramento che pare siano stati mandati erroneamente anche a chi aveva aderito alla rottamazione, vediamo come il nostro lettore può risolvere.

I rischi sono elevati se non si rispetta il provvedimento di fermo amministrativo

Chi ha già subito il fermo amministrativo sa di cosa si parla. Quando ci sono debiti fiscali che sfociano nelle classiche cartelle esattoriali, a esclusione dei veicoli strumentali che sono impignorabili alla pari di quelli per il trasporto disabili, tutti gli altri sono soggetti alle ganasce fiscali. Dopo 60 giorni dal preavviso, il fermo diventa definitivo. E l’iscrizione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) rende inutilizzabile un veicolo, anche se resta in possesso e nella disponibilità del proprietario. Infatti si rischiano multe da 1.988 euro a 7.953 euro per chi è colto a circolare con un veicolo sottoposto a fermo. Oltretutto spesso un veicolo con le ganasce fiscali, non può nemmeno essere venduto. Né rottamato.

Cartelle esattoriali e Fermo amministrativo, il pagamento è l’unica soluzione valida

Per il nostro lettore, l’unica via potrebbe essere quella di presentare subito una istanza all’Agenzia delle Entrate Riscossione, dimostrando che il suo veicolo è indispensabile per la sua attività. Infatti il Fisco tutela il debitore che per via del fermo amministrativo potrebbe perdere reddito e peggiorare la situazione dell’eventuale pagamento dei debiti.

Resta il fatto che sospensione del fermo amministrativo o no, il nostro lettore non potrà esimersi dal pagare i suoi debiti, a meno che non ci sia dell’altro, tra prescrizione, vizi di forma e di notifica delle cartelle. In pratica, se le cartelle sono effettivamente da pagare, devono essere pagate.