Sono tempi di grandi novità per i contribuenti italiani, indebitati con le cartelle esattoriali. Infatti, tra la riforma fiscale e le recenti sentenze, emergono nuovi meccanismi a favore dei contribuenti. E sono davvero molti coloro che si trovano impelagati nelle cartelle esattoriali. Oggi, cerchiamo di aggiornarvi su ciò che sta accadendo in materia di riscossione delle cartelle, poiché molti lettori ci chiedono quotidianamente di eventuali salvaguardie e novità. Estrapolando dai numerosi quesiti, ne abbiamo selezionati tre, ciascuno con un argomento differente, tutti relativi a queste novità di cui diamo notizia.

“Buongiorno, volevo sapere se era entrata già in vigore la nuova rateizzazione a 120 rate. Dal momento che ho oltre 20.000 euro di debiti vari e tutti diventati cartelle, volevo sfruttare al massimo la rateizzazione.”

“Sono Leonardo, un vostro lettore ed un contribuente interessato alla prescrizione delle cartelle esattoriali. Ho diversi debiti, alcuni dei quali però li trovo solo sulla pagina dell’estratto di ruolo del sito dell’Agenzia delle Entrate. Vi giuro che non ho mai ricevuto cartelle e notifiche. Sento dire che i debiti più vecchi possono essere cancellati se superiori come data a 5 anni. E ho almeno 5 cartelle che hanno una data antecedente il 2015. Verranno cancellate automaticamente o devo fare domanda?”

“Volevo chiudere la mia posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ho circa 1.500 euro di debiti tra bollo auto e altre tasse non pagate. Ho la possibilità di pagare ma volevo capire come risparmiare qualcosa. Se non sbaglio interessi e sanzioni seguono scadenze diverse rispetto alla tassa e al bollo che non ho pagato. Premetto che sono tutte cartelle più vecchie di 5 anni. Grazie.”

Cartelle esattoriali, ecco 3 novità salva contribuenti e come sfruttarle

Come accennato, vi sono significative novità nella riscossione, partendo dalla riforma fiscale che introduce modifiche anche nel sistema di riscossione. Una novità rilevante riguarda le rateizzazioni ordinarie delle cartelle esattoriali, una risorsa per i contribuenti indebitati che, dal 2025, dovrebbe diventare più vantaggiosa sia in termini di durata che per l’importo delle singole rate.

L’adeguamento dipenderà significativamente dall’importo dei debiti, poiché il periodo di ammortamento più esteso sarà riservato a chi possiede debiti di considerevole entità, rispettando la regola per cui la rata minima non può essere inferiore a 50 euro.

Tuttavia, per tutti i contribuenti, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, si prevede la possibilità, a partire dal 2025, di accedere a una dilazione fino a 120 rate, equivalenti a 10 anni di rate mensili.

Rate lunghe sulle cartelle, ecco cosa si prevede nel 2025

Attualmente, la possibilità di accedere a una rateizzazione estesa fino a 120 rate mensili, ovvero 10 anni, è concessa esclusivamente ai contribuenti in condizioni di particolare difficoltà, caratterizzati da gravi problemi di carenza reddituale, situazione che deve essere debitamente documentata dal contribuente stesso. Per la maggior parte dei contribuenti, le rate ammissibili, sempre rispettando il vincolo della rata minima, sono limitate a 72, equivalenti a 6 anni di rateizzazione.

Di conseguenza, il lettore che ha posto il primo quesito avrà presto l’opportunità di beneficiare di un piano di dilazione più esteso. Tuttavia, gli consigliamo di avvalersi di tale opzione senza indugi, per evitare il rischio di peggiorare la propria situazione attraverso eventuali azioni di esecuzione forzata. Ammesso che queste non siano già in corso, e per prevenire l’accumulo di ulteriori interessi sulle cartelle di cui è già debitore.

Addio alle cartelle esattoriali non incassate da 5 anni, ma c’è qualcosa che non torna

Il secondo lettore menziona un’altra significativa novità nel panorama delle cartelle esattoriali: il discarico automatico per i ruoli non incassati da almeno 5 anni. Si tratta di cartelle esattoriali che hanno superato i 5 anni di età e per le quali l’Agenzia delle Entrate Riscossione non è riuscita a effettuare l’incasso.

Grazie a questo meccanismo di discarico automatico, coloro che attualmente hanno cartelle di questo tipo pendenti nel proprio estratto di ruolo potrebbero beneficiare di una cancellazione automatica.

A partire dal 2025, accedendo alla sezione “controlla la tua situazione debitoria” dell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti potrebbero constatare la scomparsa automatica di diverse cartelle.

Cartelle esattoriali cancellate, ma debito che resta a carico

È importante distinguere tra la discarica delle cartelle esattoriali e il debito sottostante. Il debito rimane a carico del contribuente, poiché l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER) si limita a rispedire il credito vantato all’ente emittente.

Questo significa che il debito potrebbe tornare nelle mani dell’ente da cui è originato, come la Regione per il Bollo Auto, il Comune per IMU o TARI, lo Stato per IRPEF, IRAP, e altri. Sarà compito dell’ente decidere le azioni da intraprendere, che possono includere l’annullamento definitivo del credito, azzerando così la posizione debitoria del contribuente, oppure la riattivazione dell’incasso.

Questo potrebbe avvenire attraverso la notifica diretta del debito al contribuente, restituendolo al concessionario originale, o passandolo a un altro soggetto autorizzato alla riscossione.

Sanzioni e interessi seguono percorsi diversi dal capitale del debito

Nell’analisi delle cartelle esattoriali, è fondamentale distinguere le diverse componenti che le costituiscono. All’interno di una cartella troviamo la quota capitale, che rappresenta l’importo della tassa evasa o dell’imposta non pagata.

A questa si aggiungono sanzioni, maggiorazioni e interessi. Le componenti aggiuntive, escludendo la quota capitale, sono soggette a regole specifiche per quanto riguarda la prescrizione. Queste regole si applicano però esclusivamente se la quota capitale deriva da debiti nei confronti dell’Amministrazione centrale, ovvero dello Stato.

Lo sgravio di sanzioni e interessi, ecco perché il debito si può abbattere

Per esempio, una cartella relativa all’IMU è soggetta a una prescrizione che si applica sia all’Imposta Municipale Unica non versata sia alle sanzioni e agli interessi ad essa collegati.

Questi elementi si prescrivono tutti entro 5 anni. A meno che non vengano emessi solleciti, notifiche o ingiunzioni di pagamento che azzerano il conteggio dei 5 anni, facendolo ripartire da capo.

Diversamente, per le tasse che vengono versate all’Erario, come l’IVA o l’IRPEF, il termine di prescrizione è di 10 anni. Tuttavia, questo non si applica a interessi e sanzioni, i quali scadono dopo 5 anni. Di conseguenza, una cartella sulla quale non sono state intraprese azioni di riscossione per 5 anni da parte del concessionario rimane attiva unicamente per la quota capitale.

Interessi e sanzioni, non essendo stati riscossi entro 5 anni, potrebbero non dover essere pagati. In questo scenario, il contribuente può richiedere lo sgravio della cartella, anche se in maniera parziale, limitatamente alle sanzioni e agli interessi.