E’ opportuno avere tra i contatti Facebook i colleghi di lavoro o addirittura il capo? Abbiamo visto che Facebook viene usato per le assunzioni, per studiare i profili dei candidati: ma cosa succede dopo che il colloquio si è concluso ed è andato a buon fine? Quando arrivano richieste di amicizia sui social da parte di persone dell’ufficio, di pari mansioni o superiori, il dubbio su come comportarsi è lecito.

Da un lato infatti ignorarla, o peggio ancora rifiutarla esplicitamente, rischia di mettere in imbarazzo e di far risultare la persona antipatica o di far nascere il sospetto che si abbia qualcosa da nascondere.

Dall’altro confondere il terreno tra vita professionale e privata comporta indubbiamente dei rischi.

Un recente sondaggio condotto dal Liberty Mutual’s Responsibility Project ha confermato che il 56% degli americani ritiene che avere come “amico” su Facebook il capo sia una scelta incosciente mentre il 62% considera sbagliato il rapporto dalla prospettiva opposta, ovvero essere “amico” di un dipendente. Ma il 76% delle persone che hanno partecipato al sondaggio sono più aperte alla possibilità di avere tra i contatti un collega al pari.

Visto il confine sempre più labile tra vita reale e social la questione è diventata attualissima e anche il The Guardian se ne è occupato arrivando alla conclusione che sarebbe meglio evitare di avere tra i contatti social capi o responsabili. Se però non si può evitare la soluzione alternativa esiste: filtrare i contenuti rendendo visibili al capo sono alcuni limitate informazioni.

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