Il canone RAI ormai rappresenta una vera e propria tassa di possesso dell’apparecchio televisivo. Dal 2016, ricordiamo, vale la presunzione secondo cui chi è intestatario di utenza elettrica residenziale si presume anche possessore di televisore.

Da quell’anno, il canone è addebitato (tranne in alcuni casi) direttamente nella fattura dell’utenza elettrica (quote bimestrali da 18 euro ciascuna, per un totale di 90 euro annui). Dal 2022, potrebbe, tuttavia, ritornare il pagamento della tassa tramite bollettino di conto corrente postale.

Come non pagare il canone RAI

Come detto, dal 2016, chi è intestatario di utenza elettrica si presume anche possessore di apparecchio TV e, quindi, come tale tenuto al pagamento del canone.

L’unico modo per sottrarsi al versamento è quello di inviare all’Agenzia delle Entrate, un modulo in cui dichiara (sotto la propria responsabilità e con le conseguenze del caso per eventuali false dichiarazioni) di non possedere alcun televisore.

Il possesso della radio

In un nostro articolo precedente abbiamo chiarito quando il canone RAI è dovuto sul possesso del computer (invece che del televisore).

Alcuni si chiedono se la tassa in commento sia dovuta anche in assenza di televisore e possesso, invece, della sola radio.

Al tal proposito, la RAI, sul sito istituzionale dedicato al canone afferma che è tenuto al pagamento del canone chiunque detiene un apparecchio televisivo. Per apparecchio televisivo si intende

un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente – in quanto costruito con tutti i componenti tecnici necessari – oppure tramite decoder o sintonizzatore esterno (Nota del 20 aprile 2016 del Ministero dello Sviluppo Economico).

Dunque, da quanto si evince, il canone è dovuto solo in caso di possesso di apparecchio “televisivo”, escludendo di fatto il possesso di apparecchi “radio”.

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