Chi non ha visto Sanremo, pochi a dire il vero, come ogni anno torna all’attacco con proposte per non pagare il canone RAI. Anche la 74 edizione del Festival di Sanremo è giunta al termine e c’è una costante nel pubblico: è giusto pagare il canone se non vedo Sanremo? Abbiamo ricevuto più di una lettera su questo argomento quindi riteniamo giusto tornarci per chiarire nuovamente il motivo per cui queste proposte si scontrano contro la natura del tributo tanto odiato.

Bene o male purché se ne parli: perfino Netflix ha sfruttato l’onda con un messaggio in cui rivolgendosi al suo pubblico diceva di sapere che nei giorni scorsi quasi tutti erano sintonizzati su Rai Uno lasciando indietro serie tv e altri streaming sulla piattaforma.

Ma c’è qualcuno, sempre meno da quando la produzione RAI e Amadeus sono riusciti a riavvicinare il pubblico giovanile alla kermesse musicale, che Sanremo non lo ha visto.

La tassa per chi ha visto Sanremo e la proposta di un canone RAI a gettone

Mi chiamo Aurora e scrivo da un paesino del Molise. Evidentemente sono quindi abituata ad appartenere alle minoranze. E infatti sono anche tra i pochi che non ha visto Sanremo. E allora mentre tutti quelli che dicono di non guardare mai la rai guardavano la kermesse a me è venuta un’idea: un canone a gettone, tipo abbonamento. Una fee per vedere Sanremo o altre serie ecc. Insomma mettere i singoli programmi a gettone oppure anche proporre formule in abbonamento per chi vuole vedere solo le serie o solo i format di intrattenimento ecc. Come Sky per intenderci. Non parlo di privatizzare la RAI ma solo di far pagare in modo proporzionale chi la utilizza”.

Perché paghiamo il canone

La proposta della lettrice contiene alcuni interessanti spunti di riflessione ma si scontra contro la natura stessa del tributo che, quindi, vale la pena ricordare.

Il canone RAI è un tributo per il possesso della tv. Prescinde dall’effettiva visione dei canali RAI. Se anche usaste la televisione solo come sopramobile saresti tenuti lo stesso a pagare il canone RAI.

I fondi raccolti servono poi a finanziare la tv pubblica, per mantenerla imparziale etc. Perché non tutti possono permettersi piattaforme private ed è giusto che tutti abbiano accesso all’informazione in primis ma anche all’intrattenimento. Chi ci scrive precisa che non parla di privatizzazione della tv pubblica ma il rischio concreto sarebbe comunque quello.

Si potrebbe eventualmente ipotizzare un tributo base e poi integrazioni per alcuni programmi etc ma non è facile da progettare e non si può rischiare che le casse di viale Mazzini restino scoperte e non in grado di erogare il servizio.

Riassumendo…

  1. Anche chi non ha visto Sanremo e in generale chi non guarda la RAI deve pagare il canone;
  2. Il canone RAI è una tassa sul possesso della tv;
  3. L’esenzione per chi non ha la tv va fatta tramite autocertificazione;
  4. Dichiarare il falso è reato.