Con la novità introdotta nel 2016 del pagamento del canone Rai in bolletta si è tentato di dare una stretta all’evasione del tributo.

Non sono ancora molto chiari, al momento i metodi che userà l’Agenzia delle Entrate per effettuare i controlli fiscali su chi non ha pagato il canone Rai. Sicuramente saranno utilizzate informazioni incrociate con le varie banche dati nelle quali il Fisco ha accesso.

Il problema principale, però, resta il verificare se chi ha inviato l’autocertificazione di non detenzione di un apparecchio televisivo abbia detto il vero.

  Se l’Agenzia delle Entrate dubita di tale dichiarazione può invitare il contribuente a fornire chiarimenti o può inviare un avviso di accertamento.

Quando l’ispettore può entrare in casa?

Se la prova dell’evasione non è evidente bisognerà confermare le informazioni delle banche dati con una vera e propria visita di un ispettore dentro la casa del contribuente.

L’accesso dell’ispettore non è così scontato, senza la presenza di un’autorizzazione il contribuente, infatti, può anche rifiutarsi di far entrare l’ispettore in casa propria.

L’autorizzazione per ispezionare la casa del contribuente, rilasciata dal Procuratore della Repubblica è concessa soltanto in presenza di indizi molto gravi che provino la presunta violazione delle norme tributarie e solo quando è presumibile che all’interno dell’abitazione sia presente la prova che accerti l’evasione )appunto la presenza di un apparecchio TV).

Secondo la legge questo tipo di controlli possono essere fatti a campione o quando ci siano dubbi sulla veridicità dell’autocertificazione. L’accesso dentro la dimora del contribuente, in ogni caso è possibile solo dietro mandato di perquisizione.

L’ispezione, infatti, non può avvenire non fornendo al contribuente le regioni dell’accesso in casa, quindi prima della perquisizione deve essere informato delle ragioni della verifica mettendo al corrente del fatto che potrebbe farsi assistere da un avvocato.

Se non vengono rispettate tali disposizioni la verifica è nulla.