L’importo del canone RAI 2020 non cambia, sarà ancora di 90 euro per i privati. Anche se è indubbio che col tempo il balzello è destinato a salire per via del fatto che la RAI non è più in grado di coprire gli investimenti programmati nel settore digitale, la novità per il 2020 sta nella modifica della soglia di esenzione per gli anziani.

Con una nota, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha fatto sapere che la soglia di esenzione per gli ultra 75 enni passa da 6.713,98 euro a 8.000 euro per l’abbonamento Tv del 2020.

Cosa significa questo? In pratica gli anziani che possiedono redditi bassi possono chiedere l’esenzione dal pagamento del Canone RAI presentando apposita domanda entro il 31 gennaio 2020.

Come ottenere l’esonero dal pagamento

La legge prevede alcune categorie di utenti che sono esentati dal pagamento del canone RAI. A parte coloro che non possiedono un apparecchio idoneo a ricevere le trasmissioni radiotelevisive, vi sono – come detto – anche gli anziani con età superiore ai 75 anni e con reddito imponibile inferiore a 8.000 euro all’anno. Sono esonerati dal pagamento anche gli invalidi civili degenti in casa di riposo, i militari e gli appartenenti alle forze armate e della NATO e il personale diplomatico. L’esenzione non è automatica e per ottenere l’esonero dal pagamento è necessario compilare e inviare un modulo all’Agenzia delle Entrate (online o a mezzo raccomandata). La domanda di esonero per reddito da parte degli anziani deve essere presentata, insieme ad un documento di identità secondo le seguenti scadenze:

  • il 30 aprile per essere esonerati tutto l’anno
  • il 31 luglio per essere esonerati dal secondo semestre.

Il pagamento del canone RAI

Per chi non ha diritto all’esenzione, anche per il 2020 l’importo del canone RAI sarà di 90 euro all’anno. L’importo sarà suddiviso in rate da 9 euro mensili (comprensivo di IVA e tassa concessione governativa) per i primi 10 mesi dell’anno che verranno riscosse attraverso l’emissione delle bollette bimestrali dell’energia elettrica da parte del fornitore.

Solo chi non è titolare di un’utenza finale di energia elettrica e nessuno dei componenti del nucleo familiare lo è ma possiede un televisore e non rientra nei casi di esenzione dovrà pagare il canone RAI a mezzo modello F24. In tal caso il pagamento o rinnovo dell’abbonamento dovrà essere effettuato entro il 31 gennaio 2020 in unica soluzione da 90 euro. Per chi volesse suddividerlo in rate, potrà pagare semestralmente (31 gennaio e 31 luglio) l’importo di 45,94 euro o trimestralmente (31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio, 31 ottobre) l’importo di 23,93 euro.

Sanzioni per chi non paga

Vale la pena ricordare che il presupposto per il quale bisogna pagare il canone RAI o abbonamento TV scaturisce dal regio decreto n. 246 del 1938 che sancisce l’obbligo di pagamento per chiunque possieda o detenga un impianto atto alla ricezione di canali radiotelevisivi. Per chi non paga il canone, le multe vanno da 200 a 600 euro, ma si rischia anche la denuncia penale qualora vengano presentate false dichiarazioni per ottenere l’esenzione al pagamento dell’abbonamento Tv o se l’utente paga solo l’importo in bolletta elettrica escludendo la quota relativa al canone RAI.

Il peso dello Stato sul Canone RAI

Gli incassi della RAI derivano per il 68% dalla riscossione del canone e per il resto dalla pubblicità. C’è però da dire osservare che per ogni 90 euro incamerati dal canone pagato dagli utenti privati, solo 74,8 finiscono realmente nelle casse della RAI, il resto se lo prende lo Stato fra tasse di concessione governativa e altri balzelli, fra cui il 5% di prelievo forfettario introdotto nel 2015 che vale nel complesso 85 milioni all’anno. Quindi, il 16,9% dei soldi versati per l’abbonamento TV se ne va in tasse che, paradossalmente ragionando, sono passate da 132 milioni quando il canone si pagava 113, euro all’anno a 345 milioni da quando si paga 90 euro.

Il che vuol dire che lo Stato ha azzerato gli effetti benefici della lotta all’evasione.

I costi della digitalizzazione RAI

Per il momento il bilancio della RAI è in equilibrio, ma in previsione della realizzazione del piano industriale 2019-2021 improntato sulla digitalizzazione del business, si prevedono maggiori spese. A mettere in evidenza il problema non è solo l’amministratore delegato Salini, ma anche gli analisti di Moody’s che hanno tagliato l’outlook a negativo sulla RAI pur mantenendo il rating dell’azienda di stato inalterato a Baa3. Secondo gli esperti contabili, “il cambiamento dell’outlook a negativo riflette il sostanziale peggioramento nelle principali misure di credito rispetto alle nostre precedenti attese, per effetto di un’assegnazione inferiore al previsto dei proventi oltre il budget dei canoni alla Rai, ampi investimenti nella digitalizzazione del business e maggiori costi dei contenuti collegati ai prossimi eventi sportivi”.

L’aumento del canone RAI

E’ quindi del tutto evidente che, in assenza di tagli alla spesa o di aumenti degli introiti pubblicitari (che per la RAI sono limitati per legge), l’unica strada percorribile è quella dell’aumento del gettito da  abbonamento annuale alla TV. Il canone RAI è quindi destinato ad aumentare nei prossimi anni per ritornare gradualmente verso la cifra che si pagava prima dell’introduzione del sistema di riscossione tramite bolletta elettrica, cioè 113,50 euro. Una misura che sa di beffa, poiché prima lo Stato promuove gli sconti forzando la riscossione del canone in bolletta elettrica e per la quale non più scappare nessuno e poi, una volta consolidato il sistema, alza le tariffe riportandole come prima. Sicchè il canone RAI è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Non nel 2020, ma quasi certamente a partire dal 2021.