La casa per una persona è la cosa più importante che c’è. Si tratta del tetto sotto cui si vive con i propri cari. Lo sa anche la legge dell’importanza della casa per una famiglia perché sulla casa di abitazione principale di un nucleo familiare l’IMU non si versa. Ma ci sono persone che scelgono di cambiare residenza in maniera fittizia per ottenere alcune agevolazioni che la legge offre o per non pagare le tasse o per qualsiasi altro obbiettivo che altrimenti non sarebbe ottenibile.

Ma se la residenza si sposta in maniera fittizia è legale o si rischia qualcosa?

Un nostro lettore, probabilmente conscio dei rischi che si corrono, ci chiede spiegazioni. E noi con una sintetica ma chiara guida spiegheremo cosa effettivamente non va fatto e cosa invece bisogna fare per restare nel perimetro della legalità.

“Buonasera, volevo capire se il cambio di residenza fittizio è un reato o meno. Perché in casa stiamo valutando diverse situazioni. Mio padre ha 62 anni e non lavora. Mia madre ha 61 anni e fa la casalinga. Io invece ho 35 anni e vivo con i miei e sono disoccupato. Negli ultimi anni abbiamo vissuto con il reddito di cittadinanza che adesso a causa mia rischiamo di perdere perché sono attivabile al lavoro.

Allora mio padre mi ha chiesto di andare a trasferire la mia residenza in un monolocale che per mio padre è la seconda casa. Ma è in un altro Comune e io volevo trasferire la residenza solo sulla carta restando a casa dei miei. Secondo voi è possibile legalmente? Anche perché mio padre su questo monolocale paga l’IMU e so che se mi trasferisco io, non si paga più la tassa. Avremmo in pratica un doppio vantaggio.”

Cambio di residenza per godere di sussidi e agevolazioni, cosa dice la legge

Il cambio di residenza è una cosa che un cittadino ha tutto il diritto di fare perché lo consente la legge.

Oltretutto adesso, con la nascita dell’ANPR, cioè l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, si può fare tutto on line e senza dover andare in Comune per effettuare il cambio. Si fa tutto comodamente da casa tramite PC, tablet o smartphone accedendo al sito istituzionale dell’Anagrafe, tramite le credenziali SPID, o tramite le carte CNS o CIE, cioè tramite la Carta Nazionale dei Servizi o tramite la Carta di Identità Elettronica.

Ma il cambio di residenza deve essere effettivo, cioè non deve essere finto come il nostro lettore, sinceramente ci dice di voler fare. Anche perché di cambi di residenza fittizi o di comodo in questi anni le autorità ne hanno scovati molti (anche se moltissimi altri sono riusciti a farla franca).

La maggior parte delle volte per arrivare a poter prendere il reddito di cittadinanza. Infatti molti italiani hanno finto cambi di residenza per abbassare o alzare l’ISEE a loro piacimento per poter entrare nel perimetro del reddito di cittadinanza o per arrivare a determinare un importo più alto dello stesso sussidio.

Tutti i rischi che corrono i furbetti del cambio di casa fittizio o di comodo

Cambiare residenza a volte nasce dalla volontà di eludere la legge, svincolarsi da degli obblighi di tassazione o per riuscire a godere di sussidi, agevolazioni e altri vantaggi che senza il cambio di residenza sarebbero stati impossibili. Ma ripetiamo, la legge non consente un cambio di residenza fittizio. E, in effetti, una volta fatta la richiesta al Comune, anche se on line, la stessa Amministrazione manda nella casa indicata come nuova residenza, la Polizia Locale. Tutto per controllare che effettivamente chi ha chiesto il cambio, abbia effettivamente la dimora in quella casa. Chi adotta stratagemmi di questo genere, rischia grosso.

Infatti siamo di fronte al falso ideologico in atto pubblico. Un reato vero e proprio. Oltretutto, nel caso in cui la residenza fittizia venga scoperta dopo aver goduto delle agevolazioni che l’interessato aveva puntato, le stesse agevolazioni vengono meno, anche retroattivamente. Se per esempio è il reddito di cittadinanza ciò che è stato goduto grazie alla residenza di comodo, tutte le cifre percepite precedentemente andranno restituite. Nel caso delle tasse invece, queste tornerebbero a essere dovute, anche quelle del passato, e naturalmente gravate di sanzioni, interessi e spese.