Quando si pensa al calcolo della pensione futura si fa riferimento in prima battuta al numero di anni lavorati. Questi corrispondono agli anni di versamenti e quindi determinano il montante contributivo. Tuttavia è altrettanto importante stabilire l’anno di inizio carriera. Tra il soggetto X che ha 20 anni di contributi ma tutti versati dopo il 1196 e il collega Y che, invece, ha iniziato a pagare i contributi prima, ci saranno differenze sulla pensione. In questo articolo spiegheremo meglio da che cosa dipende questo sistema di calcolo e perché, in ambito previdenziale, il 1996 segna uno spartiacque importante.

In molti articoli sulla pensione ci siamo riferiti a questo concetto base ma per chi non ha competenza in materia potrebbe sembrare un paradosso.

Come si calcola la pensione: quanto valgono i contributi versati in base all’anno

Il 1° gennaio 1996 segna una data importante nel sistema previdenziale perché ha determinato il passaggio dal sistema di calcolo della pensione retributivo a quello contributivo. Le nuove regole adottate possono essere molto meno vantaggiose per i lavoratori traducendosi in un assegno più basso. Chi ha iniziato a lavorare dopo il primo gennaio 1996, vedrà la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Quando potrà andare in pensione e con quale importo mensile? Rispetto al calcolo retributivo, peraltro, è stato introdotto un ulteriore requisito per il pensionamento (di tipo economico): la maturazione di un assegno di pensione superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Visto che il valore viene aggiornato di anno in anno, possiamo specificare che nel 2020 il valore è pari a 459,83€; dunque per andare in pensione con il sistema contributivo (oltre al requisito anagrafico e contributivo) bisogna aver maturato un assegno superiore a 689,74€.

Pensione anticipata: non ci sono differenze per chi ha iniziato a lavorare prima

Quanto visto finora non vale per la pensione anticipata: anche per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, i requisiti restano di:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Anche per la pensione anticipata, tuttavia, esiste un’alternativa riservata solo a chi ha iniziato a lavorare da dopo il 1996.

In questo modo si accede alla pensione al compimento del 64° anno di età con 20 anni di contributi versati.

Quota 100: sono esclusi di fatto coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996

A ben vedere non ci sono norme scritte che impediscono a questa categoria di lavoratori di accedere alla pensione con quota 100. Tuttavia i numeri, a fronte dei requisiti, non tornerebbero quindi, di fatto, questa possibilità è preclusa. Chi ha iniziato a lavorare dal 1996, infatti, oggi può contare nella migliore delle ipotesi in un montante di 24 anni di contribuzione effettiva, alla quale eventualmente si può sommare qualche contributo recuperato tramite azioni da riscatto. Posto che quota 100 scadrà il 31 dicembre 2021 è impossibile per costoro arrivare a perfezionare i 38 anni di contributi richiesti per smettere di lavorare a 62 anni.
Leggi anche: