Nel nostro attuale sistema pensionistico, quanti anni di contributi servono per andare in pensione? Con la riforma Fornero, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia è 67 anni con almeno 20 anni di contributi (requisiti che resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2022), ma la normativa vigente prevede altre opzioni.

In questa guida, ti descriviamo le varie opzioni disponibili sulla base dell’anzianità contributiva (il cuore del focus). Per alcune di queste opzioni, oltre a determinati contributi maturati e versati, bisogna considerare anche il requisito dell’età anagrafica.

In altri casi, si può accedere alla pensione indipendentemente dall’età.

Le varie soluzioni (Quota 100, Ape sociale, pensione anticipata, ecc.) consentono il prepensionamento in base a certe condizioni. Facciamo chiarezza e vediamo quali sono.

Quanti anni di contributi servono per andare in pensione anticipata retributiva

La pensione anticipata retributiva (di anzianità) non richiede requisiti anagrafici.

Per ottenerla è necessario maturare:

– 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;

– 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

Pensione anticipata contributiva

Questa soluzione pensionistica è riservata esclusivamente al lavoratore che ha iniziato a maturare contributi a partire dal 1° gennaio 1996.

Per ottenere la pensione anticipata contributiva servono i seguenti requisiti:

– compimento dei 64 anni di età:

– almeno 20 anni di contributi;

– l’assegno previdenziale deve avere un importo superiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.

Quota 100

Perché si chiama Quota 100? Perché affinché venga erogata, il requisito anagrafico sommato a quello contributivo deve essere pari a 100.

Ecco i requisiti necessari:

– compimento di almeno 62 anni di età;

– versamento di almeno 38 anni di contributi.

Per Quota 100, è previsto un taglio sull’assegno della pensione finale. In più, tra i requisiti raggiunti e la decorrenza della pensione esiste una finestra di uscita di 3 mesi (6 per gli statali).

Quota 41

Quota 41 deve il suo nome al fatto che è necessario maturare almeno 41 anni di contribuzione a patto che un anno di contributi riguardi il periodo precedente al compimento dei 19 anni di età.

E’ facile intuire che questa opzione è rivolta ai lavoratori precoci seppure riguardi anche altri soggetti che rientrano nei cosiddetti 5 profili di tutela, tra cui coloro che hanno svolto mansioni gravose e usuranti.

Quota 41 viene denominata anche ‘scivolo per precoci’ e non richiede alcun vincolo anagrafico.

Rientrano nella Quota 41 i 5 profili di tutela:

– disoccupati (licenziati non a causa della naturale scadenza del contratto) che da 3 mesi non percepiscono la Naspi;

– invalidi al 74% o superiore;

– caregiver (che assistono familiari con grave disabilità da almeno 6 mesi in base alla Legge 104);

– addetti a mansioni usuranti;

– addetti a mansioni gravose.

Nel 2021, chi ha svolto lavori usuranti potrà andare in pensione con 35 anni di contributi a patto che abbia compiuto almeno 61 anni di età e 7 mesi fino a un massimo di 64 anni e 7 mesi.

Pensione di vecchiaia INPS con opzione contributiva

Questa opzione richiede sia il requisito contributivo sia quello anagrafico.

Si accede alla pensione di vecchiaia INPS con opzione contributiva possedendo i seguenti requisiti:

– 71 anni di età compiuti;

– 5 anni di contributi effettivi.

Si tratta di una particolare pensione che richiede un’età elevata a fronte di un numero di anni contributivi molto basso.

Opzione Donna

Come suggerisce il nome, Opzione Donna è rivolta esclusivamente alle lavoratrici.

Si tratta di una misura di anticipazione della pensione concessa alle lavoratrici dipendenti e autonome.

Per accedervi, sono necessari i seguenti requisiti:

– 58 anni di età (per le dipendenti) e 59 anni per le lavoratrici autonome;

– almeno 35 anni di contributi.

Attualmente, non è ancora dato di sapere se Opzione Donna verrà confermata con la Legge di Bilancio 2021.

In pensione anticipata con l’Ape sociale

L‘Ape sociale è un sussidio di accompagnamento alla pensione di vecchiaia concesso a categorie di lavoratori svantaggiati.

I requisiti sono:

– invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%;

– 63 anni di età;

– 30 anni di contributi versati.

Per accedere all’Ape sociale, bisogna essere iscritti alla gestione separata INPS: in alternativa, all’assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, ai fondi sostitutivi dell’Ago oppure alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.

Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità

La pensione di vecchiaia anticipata per invalidità è destinata esclusivamente ai lavoratori invalidi, dipendenti pubblici iscritti presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti e titolari di assegno ordinario d’invalidità (art.1 della L. n. 222/1984).

Ecco i relativi requisiti per accedere a questo tipo di pensione:

– stato riconosciuto di invalidità pari o superiore all’80%;

– 20 anni di contributi versati;

– compimento dei 55 anni (donne) e 60 anni (uomini) da adeguare alle finestre ed alle aspettative di vita.

L’assegno decorre dopo 3 mesi di aspettativa di vita e 12 mesi di finestra di accesso dalla data di maturazione dei requisiti.