Importanti cambiamenti in vista per quanto riguarda le pensioni. Come cantano i Tiromancino con il brano Piccoli miracoli: “La tua libertà è diventata una prigione. Non ti piaci mai e vorresti cambiare”.

Se potesse parlare, tali parole potrebbero essere scandite dal sistema previdenziale del nostro Paese. Volto a tutelare la libertà e i diritti dei cittadini, non è purtroppo esente da critiche. Tanti gli aspetti che necessitano di ulteriori accorgimenti. Lo sa bene il governo che intende riformare le pensioni entro la fine della legislatura.

Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Sistema di calcolo contributivo: come funziona

Il trattamento pensionistico è calcolato con il sistema contributivo per i soggetti privi di anzianità contributiva alla data del 1° gennaio 1996. Per esercitare tale opzione è richiesta un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni alla data del 31 dicembre 1995. Ma non solo, al momento dell’opzione, devono far valere una anzianità contributiva pari almeno a 15 anni, di cui cinque successivi al 1995. Questa opzione non può essere richiesta da coloro che hanno maturato un’anzianità contributiva che risulti pari oppure superiore a 18 anni alla fine del 1995. Entrando nei dettagli, come si legge sul sito dell’Inps:

Ai fini del calcolo occorre:

  • individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi o parasubordinati;
  • calcolare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota di computo (33% per i dipendenti. Quella vigente anno per anno per gli autonomi come da circolare 29 gennaio 2016, n. 15 e per gli iscritti alla Gestione Separata che varia anche a seconda della situazione del contribuente come da circolare 29 gennaio 2016, n. 13);
  • determinare il montante individuale che si ottiene sommando i contributi di ciascun anno opportunamente rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione derivante dalla variazione media quinquennale del PIL (Prodotto Interno Lordo) determinata dall’ISTAT;
  • applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età del lavoratore, al momento della pensione”.

Calcolo contributivo per tutti, così potrebbero cambiare le pensioni dal 2025

Proprio il sistema di calcolo contributivo potrebbe essere esteso, a partire dal 2025, a tutti. L’intento del governo è quello di uniformare il più possibile le regole inerenti le pensioni anticipate, con la prossima riforma che andrebbe a coinvolgere anche i lavoratori che già rientrano interamente nel contributivo.

In particolare lo scopo sarebbe quello di spingere i giovani, soprattutto gli under 35, a puntare verso la previdenza integrativa. La Lega, intanto, continuerebbe a insistere su Quota 41, che permetterebbe di uscire dal lavoro una volta maturati 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica del soggetto richiedente.

Anche tale misura, se dovesse essere approvata, andrebbe vincolata al metodo contributivo. Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta di mere ipotesi. Non è dato sapere quali saranno le prossime mosse del governo. L’unica cosa certa è che l’obiettivo è di effettuare la riforma delle pensioni entro fine legislatura. Un punto importante che, come sottolineato dalla Premier Giorgia Meloni, deve essere affrontato tenendo conto delle parti sociali. Non resta quindi che attendere e vedere se e come cambieranno effettivamente le pensioni dal 2025.

Se vuoi verificare quale potrebbe essere l’importo della tua pensione in base agli anni lavorati trovi qui come calcolarlo.