Nonostante la crisi, le banche continueranno ad assumere e ad allargare la propria forza lavoro: fino al 2023 crescono le ricerche dei profili più specializzati in ambito tecnologico, mentre diminuiscono quelle delle professioni più “classiche”. Un report del Sole 24 Ore ha fatto luce sulle professioni e le lauree più richieste in futuro da questo settore, facendo luce su mansioni e competenze che stanno diventando un must per il settore bancario (e per chi ha intenzione di lavorarvi).

Boom di assunzioni nelle banche entro il 2023: laure “STEM” le più richieste

Il dato interessante che emerge dall’indagine del Sole 24 Ore riguarda non tanto il crescente numero di assunzioni nel settore bancario (che comunque, visti i tempi, rimane una buona notizia), quanto le professionalità che si stanno facendo sempre più indispensabili in questo ambito.

Nello specifico, stando a quanto emerso, delle oltre 10 mila assunzioni in programma entro il 2023, il 30% di queste riguarderà le lauree “STEM, acronimo che sta per “Sciences, Technology, Engineering, Mathematics“. Si fanno strada, quindi, i laureati in discipline tecnico-scientifiche, tanto da avere la meglio sui laureati in Economia, corso di studi da sempre considerato (insieme a Giurisprudenza e Scienze Politiche) come quello più idoneo a garantire conoscenze e preparazione utili nel settore.

I nuovi inserimenti saranno conseguenti a esuberi e tagli di personale di programmati, ma non solo. In banca stanno cambiando sempre di più i servizi, si adeguano infatti alle nuove tecnologie e, quindi, richiedono nuove competenze. Per questo motivo si ampliano le professionalità richieste in ambito di trasformazione digitale. “La conseguenza – riporta il Sole 24 Ore – è che le nuove assunzioni, guardando alle provenienze universitarie, vedranno nei prossimi anni una riduzione dei laureati in economia (50%) e una forte crescita (fino al 30%) dei laureati in discipline STEM”.

Le banche che assumono

La ricerca svolta ha coinvolto tra i più affermati istituti di credito (da Mediolanum a Fineco fino a colossi come Intesa San Paolo e UniCredit).

Dai piani di crescita e sviluppo di questi, è emerso che nei prossimi 3 anni, tenendo conto anche di uscite anticipate e pensionamenti, i maggiori colossi del settore bancario hanno in programma l’assunzione di 10.000 nuovi dipendenti. Solo per il triennio 2021-2023, per esempio, il gruppo Intesa Sanpaolo ha in programma l’assunzione di 3.500 nuovi impiegati, che si vanno ad aggiungere ai 2.600 di UniCredit.

Un’altra riflessione interessante, a tal proposito, riguarda anche il ricambio generazionale. I prepensionamenti, come i dati suggeriscono, stanno lasciando sempre più spazio a nuove figure: il classico posto allo “sportello” infatti è destinato a trasformarsi (se non a scomparire del tutto in certi casi), con l’introduzione – e il sorpasso – di figure specializzate in ambito tech, le stesse che contribuiranno a cambiare il volto classico delle banche, favorendo lo sviluppo e la diffusione di servizi sempre più avanzati e digitali.