La possibilità di cedere i bonus casa compreso il bonus ristrutturazione permette al contribuente di monetizzare il beneficio fiscale anziché indicare le singole quote di detrazione in dichiarazione dei redditi. La cessione non ha alcun limite soggettivo, può avvenire nei confronti di privati, banche e altri intermediari finanziari.

E’ possibile monetizzare anche le rate residue. Attenzione però, anche sulle rate residue c’è un limite temporale da rispettare.

La cessione del bonus ristrutturazione

Così come avviene per gli altri bonus casa, superbonus, ecobonus ecc, anche per il bonus ristrutturazione è possibile, al posto della detrazione, optare:

  • per un contributo, sotto forma di sconto in fattura sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari;
  • per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Con la cessione del credito, il contribuente dapprima anticipa le spese, rispettando tutte gli adempimenti previsti dalla norma e poi cede la detrazione in favore di terzi compresi i propri familiari.

In tal modo, il contribuente monetizza cash la detrazione bonus ristrutturazione per i lavori effettuati.

L’opzione riguarda solo le spese 2020 e 2021 e deve deve essere comunicata all’Agenzia delle entrate entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese. Per le spese effettuate nel 2020 il termine è stato prorogato al 15 aprile 2021.

Anche le rate residue permettono di monetizzare

Con la circolare n. 24/E 2020, l’Agenzia ha confermato che l’opzione può essere esercitata anche per le rate residue delle detrazioni non ancora usufruite.

A tal proposito, la cessione deve riguardare tutte le rate residue ed è irrevocabile.

Ad esempio, il contribuente che ha sostenuto la spesa nell’anno 2020 può scegliere di fruire delle prime due rate di detrazione spettante, indicandole nelle relative dichiarazioni dei redditi e di cedere il credito corrispondente alle restanti rate di detrazione.

Dunque, è possibile monetizzare anche le rate residue. Attenzione però anche sulle rate residue c’è un limite temporale da rispettare.

Infatti, la cessione riguarda solo le spese sostenute nel 2020 e nel 2021. Dunque, si alla cessione delle rate residue, ma non per le spese sostenute prima del 2020.