Fare i lavori a casa, puntando all’ottimizzazione energetica dei consumi, sarà più conveniente con l’ecobonus al 110%. Chi ha in programma certi interventi, nonché le ditte che operano nel settore, sono in attesa di conoscere i dettagli della misura che dovrebbe essere confermata entro qualche ora con il decreto Rilancio. Vi rientrerebbe anche il rifacimento del pavimento? In linea di massima no ma in un caso specifico si. Vediamo quale. Forse conviene fare un intervento più grosso per recuperare tutta la spesa?

Rifacimento del pavimento: sostituire le mattonelle non è ristrutturazione

Il pavimento, anche quello con le piastrelle e i materiali più pregiati, non ha una funzione meramente estetica: sostenendo cose, persone e superfici, subisce nel tempo un’usura che richiede inevitabilmente interventi di manutenzione.

Occorre fare un distinguo fondamentale (premettendo che analizziamo l’ambito dei lavori in casa singola perché per le parti comuni dei condomini l’Agenzia delle Entrate ha previsto criteri parzialmente diversi e meno selettivi; si legge a tal proposito la circolare n. 7/E pubblicata il 4 aprile 2017):

  • se il rifacimento del pavimento interno o esterno (balconi e terrazze) della casa viene fatto per motivi estetici, la spesa non può essere portata in detrazione a nessun titolo trattandosi di manutenzione ordinaria e non rientrando neppure nel bonus mobili (neppure il parquet, ossia il pavimento in legno);
  • il rifacimento del pavimento in seguito, ad esempio, alla rottura di una tubatura, rientra invece negli interventi di ristrutturazione agevolabili.

Abbiamo dunque fin qui visto quando (casi rari) il rifacimento del pavimento può dar diritto al bonus ristrutturazioni, ovvero se si tratta di interventi su parti comuni di un condominio oppure di opere di riparazione e non semplici lavori di abbellimento estetico.

Ora facciamo uno step ulteriore per capire se ci sono margini per far rientrare il rifacimento del pavimento nell’ecobonus (con aumento al 110%).

Riscaldamento a pavimento: rientra nell’ecobonus 110%?

Gli impianti di riscaldamento a terra o a pavimento (si chiamano così perché sono la tipologia prevalente anche se, teoricamente, i radiatori potrebbero passare anche a parete ma sempre senza essere visibili all’esterno) permettono di ridurre i costi in bolletta e la dispersione termica. Possono essere dunque considerati interventi di efficientamento energetico che danno diritto all’ecobonus (al 110% se il decreto Rilancio confermerà la misura)? Occorre a questo scopo che un tecnico competente certifichi che l’intervento ha migliorato la prestazione energetica della casa ed eventualmente di quante classi. Del resto il firmatario della proposta del bonus 110%, il  sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro ha chiarito che “è fondamentale che l’ecobonus sia legato a ristrutturazioni in grado di produrre un vero miglioramento dal punto di vista dell’efficienza energetica degli edifici“. Il campo di applicazione, oltre agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, include quindi anche  il fotovoltaico, gli accumulatori, l’isolamento delle pareti, l’impianto di riscaldamento a pavimento, gli infissi e tutti gli  interventi di riqualificazione energetica. A conti fatti chi aveva in mente di rifare il pavimento solo a scopo estetico, potrebbe riconsiderare l’idea e prevedere un intervento più ampio che includa il sistema di riscaldamento a terra avendo così la possibilità di recuperare in cinque anni l’intera spesa o, in mancanza di liquidità, chiedere lo sconto in fattura per eseguire l’intervento gratis.