L’emergenza Covid-19, e le misure restrittive messe in campo dal Governo per fronteggiarne la diffusione, ha portato con sé la crisi di numerose attività economiche tra cui il settore del wedding. Molte coppie, infatti, sono state costrette ad annullare la data del proprio matrimonio rimandando l’evento a data futura o a data da destinarsi. Alcuni addirittura hanno preferito annullare del tutto l’evento perdendo l’eventuale caparra/acconto che avevano, nel frattempo versato alla struttura. Con un emendamento al decreto Sostegni bis, tuttavia, il legislatore ha inteso tendere una mano a tali coppie introducendo il c.

d. bonus matrimonio.

Cos’è il bonus matrimonio

Il settore wedding è ripartito ufficialmente, anche se con dovute restrizioni, dal 15 giugno 2021. Per le coppie che decidono di recuperare la cerimonia del matrimonio cancellata o rinviata causa Covid-19, il legislatore ha deciso di mettere in campo una detrazione fiscale del 25% a fronte delle spese sostenute. In dettaglio il testo dell’emendamento al decreto Sostegni-bis, recita quanto segue:

Per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, per le spese documentate, sostenute in Italia, per pagamenti connessi alla celebrazione del matrimonio, spetta una detrazione dall’imposta lorda nella misura del 25 per cento delle spese fino ad ammontare complessivo delle medesime non superiore a 25.000 euro, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Come spendere il bonus matrimonio

Il bonus matrimonio, dunque, si concretizza in una detrazione fiscale (da godere in dichiarazione dei redditi) riconosciuta a fronte di spese sostenute negli anni 2021, 2022 e 2023, per la realizzazione dell’evento matrimoniale. Lo sgravio fiscale è pari al 25% della spesa, da applicare su un ammontare massimo di 25.000 euro (detrazione massima, dunque, di 6.250 euro).

La detrazione è da ripartire tra gli aventi diritto, Quindi, se la spesa è sostenuta in parti uguali da entrambi le parti della coppia, lo sgravio spetta nella misura del 50% ciascuna.

In attesa delle eventuali istruzioni attuative dell’Agenzia delle Entrate, ciò che sembra certo è che rientrano nel bonus matrimonio, ad esempio, le spese sostenute per:

  • addobbi floreali
  • servizio fotografico
  • wedding planner
  • trucco
  • parrucchiere
  • catering
  • ristorazione
  • abiti da sposi
  • acconciatura.

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