I lavoratori dipendenti che maturano il diritto ad andare in pensione anticipata con Quota 103 ottengono anche il diritto a restare al lavoro in cambio di uno stipendio più alto. L’incentivo economico è riconosciuto dalla legge di bilancio 2023 che istituisce un bonus in busta paga (ex bonus Maroni) in cambio della rinuncia alla pensione.

Per beneficiare di questa opportunità è, però, necessario farne richiesta direttamente all’Inps al momento opportuno e prima di andare in pensione. Non è automatico. Da quel momento il datore di lavoro sarà obbligato a riconoscere in busta paga al lavoratore la quota contributiva di sua spettanza fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni.

Quanto spetta in più con il bonus Maroni

Ma come funziona esattamente l’incentivo? Come spiega l’Inps col messaggio n. 2426 del 28 giugno 2023, il datore di lavoro dovrà scomputare dai versamenti contributivi IVS la quota di pertinenza del lavoratore, pari al 9,19%, e destinarla in busta paga. L’importo dello stipendio salirà pertanto di pari misura.

Nulla cambia, invece, per quanto riguarda i versamenti contributivi in capo al datore di lavoro. La quota di sua pertinenza (24,81%) continuerà a essere versata regolarmente all’Inps fino al giorno in cui il lavoratore andrà in pensione. Questo anche per garantire la copertura delle altre prestazioni previdenziali (disoccupazione, invalidità, malattia, ecc.).

Il bonus Maroni è destinato ai soli lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che scelgono di rinunciare alla pensione anticipata con Quota 103 entro il 31 dicembre 2023. Pertanto le domande all’Inps per la verifica dell’incentivo dovranno essere presentate entro tale data, pena il non riconoscimento del diritto.

L’incentivo economico dura fino alla pensione

L’incentivo cessa automaticamente nel momento in cui si matura il diritto alla pensione di vecchiaia. Anche se il lavoratore deciderà di proseguire l’attività alle dipendenze del datore. Il bonus viene meno anche nel momento in cui il lavoratore decide di andare in pensione anticipata o consegua una qualsiasi pensione diretta.

Se invece il lavoratore prende una pensione di reversibilità può continuare a utilizzare l’incentivo.

Il beneficio è riconosciuto a domanda del lavoratore a partire dalla prima decorrenza utile della pensione con Quota 103. La domanda può essere presentata una sola volta purché non si sia ancora raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia. La scelta è revocabile dal lavoratore in qualsiasi momento.

Come cambia la pensione

A fronte del minor gettito contributivo a favore del lavoratore che comporta un aumento dello stipendio, cambierà anche l’importo della pensione futura. La rendita, al momento opportuno, sarà meno ricca di quanto previsto poiché mancherà quel 9,19% di contributi che il datore di lavoro non versa più all’Inps.

C’è anche da dire che la quota contributiva riconosciuta in busta paga è soggetta a tassazione ordinaria, per cui quel 9,19% sarà al lordo delle imposte. Mentre se i soldi fossero versati all’Inps sarebbero al netto delle ritenute.

Riassumendo…

  • Chi rinuncia alla pensione con Quota 103 può beneficiare del bonus Maroni.
  • L’incentivo vale il 9,19% della quota contributiva riconosciuta al lavoratore direttamente in busta paga.
  • Sul bonus si pagano le tasse essendo incluso nella retribuzione del lavoratore.
  • L’incentivo economico cessa per volontà del lavoratore o al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.