Il Bonus mamma lavoratrice è una agevolazione che sta facendo molto parlare di sé. Anche perché sono molte le lavoratrici che sentendo dire che ci sono più soldi sullo stipendio, pensano seriamente di richiederlo. Presto sul portale istituzionale dell’INPS ci sarà la nuova applicazione da cui segnalare i codici fiscali dei figli utili a ricevere il Bonus. Nel frattempo c’è già chi ha provveduto a fare tutto da sola, producendo questi dati direttamente al datore di lavoro.

Non potevano esserci dubbi circa l’interesse di molte lavoratrici a soldi in più di salario.

Ma siamo sicuri che le cifre che qualcuno pensa di percepire, siano quelle desiderate? Infatti molte secondo noi potrebbero essere deluse. Sul Bonus mamma lavoratrice, ecco le cifre in base allo stipendio, in risposta a qualche lettrice che ci chiede proprio di importi.

“Buongiorno, sono una cassiera di un Supermercato. Volevo richiedere il Bonus mamma lavoratrice, ma volevo essere sicura di ciò che prenderei in più, altrimenti meglio lasciar perdere. Mi sapete dire io che prendo 950 euro al mese cosa ci recupero?”

“Salve, sono Pina Pia e chiedo alla vostra redazione di spiegare come sarà fatto il calcolo del Bonus mamma lavoratrice. Ho avuto due figli e quindi posso fare domanda solo nel 2024. Ho uno stipendio da 1.400 euro al mese e se davvero si tratta di un Bonus solo per il 2024, volevo approfittarne.”

Bonus mamma lavoratrice, ecco le cifre in base allo stipendio

Innanzi tutto, per fugare qualsiasi dubbio, meglio sottolineare come per le badanti e le collaboratrici domestiche in genere, il Bonus non c’è. Per le altre lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato invece, ecco che c’è la concreta possibilità di prendere un po’ di soldi in più di stipendio. E pare che il Bonus non avrà grandi problematiche di natura o carattere burocratico.

Basterà presentare una sorta di autocertificazione al datore di lavoro con cui verranno indicati i codici fiscali e i dati anagrafici dei figli.

Perché il Bonus vale per le lavoratrici che hanno avuto almeno 3 figli e fino al compimento dei 18 anni di età dell’ultimo nato. Per queste lavoratrici Bonus fino al 2026. Per chi invece ha avuto solo due figli, straordinariamente solo per il 2024, bonus ammesso, ma solo fino ai 10 anni di età del figlio ultimo nato.

Sconti e sgravi, tutto sull’agevolazione per le mamme

Il Bonus non è altro che uno sgravio contributivo della parte di contribuzione a carico della lavoratrice. I contributi previdenziali che versa il datore di lavoro non vengono toccati dal Bonus. Ciò che invece viene di fatto congelato è il 9,19% di contributi a carico della lavoratrice. Ma più basso è lo stipendio, meno vantaggioso è questo Bonus.

Chi ci chiede del Bonus mamma lavoratrice dal punto di vista del surplus di stipendio, deve considerare anche il taglio del cuneo fiscale. E alcuni sindacati hanno già provveduto a fare i conti relativamente a cosa prenderanno di più le aderenti al Bonus in base al loro stipendio. Per le lavoratrici il Bonus può arrivare a massimo 3.000 euro di sgravio in tagli da 250 euro al mese per 12 mesi.

Il taglio del cuneo fiscale e lo sgravio del Bonus mamma lavoratrice

Bisogna però capire bene il funzionamento di questo Bonus. Perché partendo dal presupposto che è uno sgravio contributivo, non tutti prenderanno la stessa cifra. Lo sgravio è al 100% dei contributi a carico della lavoratrice. Fino al tetto massimo di 3.000 euro di beneficio. Naturalmente chi versa 3.100 euro di contributi, il Bonus non copre tutto quello che l’interessata deve pagare.

Oltretutto, anche se si parla con insistenza di uno sgravio del 9,19%, chi guadagna sotto i 35.000 euro avrà un ritorno nettamente inferiore. Infatti, per lavoratrici con buste paga fino a 35.000 euro annui lordi, il taglio del cuneo fiscale ha già ridotto ciò che avrebbero dovuto versare come contribuzione.

Ecco quindi che cala sensibilmente il Bonus mamma lavoratrice spettante. Ridotto in molti casi a poche decine di euro.

Gli esempi pratici, ecco come calcolare il beneficio che si ottiene

Una lavoratrice che prende uno stipendio annuo lordo di 2.720 euro al mese, versa di contributi 250 euro al mese (quota a suo carico, il resto lo versa il datore di lavoro). Una lavoratrice che prende 3.000 euro al mese di stipendio, paga di quota contributiva a suo carico, 275 euro. Dal momento che supera i 35.000 euro di stipendio annuo, prenderà il rimborso massimo da 250 euro al mese. Meno di 275 euro che pagherebbe. Quindi verserà ancora 25 euro di contributi. Per una lavoratrice con stipendio da 2.000 euro al mese invece, ecco che entra in campo il taglio del cuneo fiscale.

Questa lavoratrice prende esattamente 26.000 euro di stipendio annuo. Significa che gode del taglio del cuneo fiscale introdotto dal governo Draghi e confermato dal Governo Meloni, in misura pari al 6%. Quindi a fronte dei 183 euro circa al mese di contributi, versano solo 63,80 euro. Adesso grazie al Bonus mamma lavoratrice recupereranno solo 63,80 euro.

Per lavoratrici con stipendi da 1.000 euro al mese lordi, avendo stipendi sotto i 25.000 euro annui, c’è lo sgravio del cuneo fiscale in misura pari al 7%. Anziché pagare 91,90 euro ne versano 21,90. E sarà pari a 21,90 euro lo sgravio del Bonus mamma lavoratrice.