Meno tasse e più bonus alle mamme e papà con più di un figlio: Salvini rispolvera il quoziente familiare per le famiglie numerose. Parlare di “mamma e papà” non è casuale: il ministro della Lega ha anche infatti fatto re-inserire nei moduli per la richiesta della carta di identità questa terminologia tradizionale, che era stata sostituita da un più generico “genitore 1 e genitore 2”. La proposta di bonus figli basati sul quoziente familiare, sull’esempio francese, piace a molti ma ha già scatenato anche le critiche di chi la considera infattibile e accusa Salvini di continuare a fare campagna elettorale e anche di chi la considera in ogni caso sconveniente.

Ma atteniamoci ai numeri: come funzionerebbe il calcolo?

Il meccanismo è complicato ma, volendo semplificare al massimo, occorre sommare i redditi dei coniugi e dividerli per il numero dei componenti, applicando la tassazione sull’importo medio che ne deriva. Va da sé che la convenienza è tanto più evidente quanto più numeroso è il nucleo familiare.

Quoziente familiare: come cambierebbe il bonus figli

La maggiore novità del quoziente familiare è proprio quella di sommare i redditi del nucleo per poi dividere la cifra per il numero di componenti. La logica è quella di andare a tassare il reddito pro capite che ogni componente ha effettivamente a disposizione. Nell’ordine quindi il calcolo da fare prevede i seguenti step:

• sommare i redditi di tutti i componenti del nucleo familiare;
• dividere la cifra così ottenuta per un numero di parti ottenuto dall’attribuzione di un coefficiente ad ogni componente;
• applicare sul quoziente le corrispondenti aliquote;
• moltiplicare l’importo del debito di imposta per il numero totale delle parti (che risulta dall’attribuzione di un coefficiente a ciascun componente).
Quale sarebbe il coefficiente attribuito a ciascun familiare? Non ci sono informazioni certe ma tendenzialmente l’idea è quella di attribuire un valore pari a 1 per ogni genitore e un coefficiente inferiore per i figli variabile in base all’indipendenza economica.

Prendiamo ad esempio il modello francese:

• celibe, divorziato o separato, vedovo senza figli a carico: 1;
• celibe, divorziato o separato, vedovo senza figli a carico, con invalidità: 1,5;
• coppia sposata senza infanti a carico: 2;
• celibe o divorziato con un infante a carico: 1,5;
• coppia sposata o vedovo con un infante a carico: 2,5;
• celibe o divorziato con due infanti a carico: 2;
• coppia sposata o vedovo con due infanti a carico: 3;
• celibe o divorziato con tre infanti a carico: 3;
• coppia sposata o vedovo con tre infanti a carico: 4;
• celibe o divorziato con quattro infanti a carico: 4;
• coppia sposata o vedovo con quattro infanti a carico: 4;
• celibe o divorziato con cinque infanti a carico: 5;
• coppia sposata o vedovo con cinque infanti a carico: 6;
• celibe o divorziato con sei infanti a carico: 6.
Dal reddito familiare imponibile sarà sottratta la deduzione forfettaria stabilita che, in Francia ad esempio, è pari al 10%.

Leggi anche: Bonus Renzi 2019: così il nuovo governo vuole riformare il bonus 80 euro