L’incertezza sulla proroga o meno anche alle spese del 2022 per il vari bonus fiscali sulla casa (bonus ristrutturazione 50%, ecobonus 65%, bonus facciate, ecc.), porta gli italiani ad affrettarsi nell’avviare i lavori edili sulla casa al fine di non essere tagliati fuori dai benefici fiscali che ne derivano.

Cosa si prospetta per il bonus facciate? Vediamo i possibili scenari.

La scadenza del bonus

Il bonus facciate, ricordiamo, è stato introdotto a decorrere dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2020. E’ stato successivamente oggetto di proroga anche alle spese sostenute nel 2021.

Dunque, ad oggi, il beneficio, spetta per spese sostenute dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021.

Si concretizza in una detrazione fiscale del 90% (da godere in 10 quote annuali di pari importo) riconosciuta a fronte di oneri sostenuti per interventi edilizi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti ed effettuati esclusivamente sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi (deve trattasi di pari della facciata visibili da strade, vie o suoli pubblici).

E’ ammesso optare, il luogo della detrazione fiscale, per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Per godere del beneficio l’immobile oggetto dei lavori deve trovarsi in zona A o B del comune oppure in zone a queste dichiarate equipollenti.

Bonus facciate 2022: i possibili scenari

Come anticipato, il bonus facciate spetta ad oggi, fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2021. Un primo scenario è quello di una proroga anche per il 2022 (impegno questo preso dal governo).

Tuttavia, ora come ora, la proroga è ancora incerta (in genere ciò avviene nella legge di bilancio annuale i cui tempi di approvazione finiscono sempre a fine anno).

In questo clima di incertezza, gli italiani che intendono effettuare lavori sulla casa, sono spinti ad accelerare i tempi e, quindi, a non rimandare i lavori al prossimo anno.

Altro scenario possibile è quello di non eliminare del tutto il bonus ma di abbassare eventualmente l’aliquota di detrazione.

Ciò si tradurrebbe in un risparmio fiscale minore per chi eventualmente decidesse di rimandare i lavori al prossimo anno.

Non sarebbe forse meglio rendere questi sgravi fiscali “strutturali” (ossia per sempre) in modo da dare certezza a cittadini ed imprese?

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