La normativa fiscale prevede diversi bonus e prestazioni sociali soggette a verifica dell’Isee. Tutti i contribuenti che lo richiedono però dovrebbero sapere, cosa che il Fisco non ha reso nota con particolare risonanza, che chiedendo l’indicatore di situazione economica equivalente per bonus o reddito di cittadinanza, si espongono a controlli sul conto corrente. La novità è in vigore dal primo gennaio 2020: chi lo sapeva? A pensar male sembrerebbe che la partenza in sordina sia voluta per far trovare i contribuenti inconsapevoli e impreparati dinanzi ai controlli sul conto corrente.

I controlli fiscali non riguardano solo il numero di conti intestati ma possono approfondire anche saldo e movimenti. L’Inps ha precisato che: “sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle Entrate“. In merito all’oggetto delle verifiche è fatto chiaro che: “il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti”.

Isee Precompilata: quali controlli scattano dopo la domanda

Il provvedimento pubblicato in GU il 4 ottobre 2019 prevede la possibilità di DSU precompilata. In realtà tale provvedimento era stato previsto da una legge del 2017 ma poi rinviato in attesa del decreto ad hoc del ministro del Lavoro. Di fatto da quest’anno chi richiede l’ISEE per accedere a prestazioni sociali (bonus, sconti su tasse universitarie, reddito di cittadinanza etc) si espone al rischio di controlli fiscali. Autodichiarando il proprio reddito e patrimonio, questi soggetti accettano le verifiche sul proprio conto.

Che cosa succede in caso di sospette difformità? È prevista una franchigia per il patrimonio, che parte dai 6 mila euro a salire in base alla composizione del nucleo familiare.

L’annotazione potrà mettere in evidenza il superamento della franchigia o della soglia di 5 mila euro dell’importo effettivo rispetto a quanto dichiarato. Chi ha richiesto l’ISEE potrà comunque accedere alla prestazione ma dovrà fornire una nuova documentazione bancaria in modo da mettersi in regola. In alternativa potrà presentare una Dsu rettificata o anche rivolgersi al Caf se l’errore è stato commesso da quest’ufficio.