Guardia di Finanza e ministero per i Beni culturali a partire da settembre controlleranno l’uso del bonus insegnanti caricato sulla carta docenti. Se finora le indagini si sono concentrate sul bonus studenti, a breve saranno estese anche al corpo insegnanti. Ecco come funzioneranno i controlli e che cosa rischiano i furbetti del bonus.

Dopo il Bonus 18enni controlli anche sugli insegnanti per la carta docente

Da qualche tempo a questa parte il ministero ha provveduto a mettere “a disposizione del Nucleo speciale tutte le informazioni in suo possesso relative ai beneficiari delle misure di sostegno e/o incentivo già perfezione, nonché quelle afferenti aree di collaborazione”.

Già in questa prima fase, tra gli studenti sono emersi 700 casi sospetti. Secondo la ricostruzione fatta dalle Fiamme Gialle, gli studenti si rivolgevano ai commercianti i quali accettavano di registrare falsi acquisti incassando il bonus e restituendo al beneficiario 300 euro in contanti a fronte di un valore del bonus di 500 euro.

Contestualmente, anche il negoziante ottiene un doppio guadagno (indebito): chiede al ministero il rimborso per 500 euro, trattenendo i restanti 200 euro di guadagno netto. Inoltre, mantiene la disponibilità del prodotto oggetto di falsa vendita registrata potendo metterlo sul mercato nero.

Alla luce di quanto emerso non si esclude che nello stesso giro siano coinvolti anche insegnanti. Un giro che, per quanto scoperto ad oggi, ha fruttato circa 1,6 milioni di euro a danno dei fondi pubblici. La carta docente prevede sempre un bonus da 500 euro da spendere per corsi di formazione e di aggiornamento, libri e testi, spettacoli, software e hardware. Ricordiamo che il sistema configura truffa ai danni dello Stato.

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Nel frattempo la buona notizia è stata la riconferma della risorse per finanziare la misura nel 2019 con uno stanziamento di 100 milioni di euro.