Grazie alla legge n° 178 del 30 dicembre 2020, è in vigore lo sgravio contributivo per chi assume. Uno sgravio che riguarda le assunzioni a partire dal 1° luglio 2022 e fino alla fine del 2023. Un modo per risparmiare sul costo del lavoro e sui contributi che un datore di lavoro deve versare per il proprio dipendente. La legge di Bilancio del 2023 ha confermato l’agevolazione. E adesso l’INPS ne ha ratificato il tutto con la circolare n° 58 del 23 giugno 2023. Nella circolare le indicazioni per godere dell’agevolazione, con la procedura da adottare e tutte le limitazioni.

Una domanda che molti si pongono però è se questo genere di agevolazione può essere sfruttato anche dal datore di lavoro del settore domestico. In pratica, ci si chiede se anche per badanti, baby sitter, colf e simili, lo sgravio dei contributi INPS è fruibile.

“Salve, volevo sapere se posso sfruttare lo sgravio al 100% dei contributi che devo per la badante di mia madre. Ho assunto questa lavoratrice a maggio 2023 e adesso dovrei iniziare a versare i trimestri dei contributi. Dal momento che ho letto un vostro precedente articolo che riguarda uno sgravio per le assunzioni di donne svantaggiate, la mia domanda è questa: Posso godere di alcune agevolazioni?”

Posso sfruttare il Bonus contributi per la badante? Ecco le regole dello sgravio

L’incentivo previsto vale sia per le nuove assunzioni che per le trasformazioni dei rapporti di lavoro effettuate fino al 31 dicembre 2023. Nello specifico l’agevolazione sotto forma di sgravio contributivo è in misura piena, cioè al 100% dei contributi previdenziali da versare ogni anno. Ma solo fino a 8.000 euro di sgravio massimo all’anno. Questo il primo importante chiarimento della circolare INPS citata in premessa. Il bonus è retroattivo e pertanto vale per le assunzioni o le trasformazioni dei rapporti di lavoro, dal 1° luglio 2022. Ma per le assunzioni 2022 il bonus contributi badante, ovvero lo sgravio, prevede un tetto massimo inferiore, cioè fino a 6.000 euro.

Badanti e colf escluse dallo sgravio contributivo?

Una agevolazione netta e importante, nata soprattutto per l’emersione del lavoro nero e per consentire al datore di lavoro di assumere normalmente addetti senza stratagemmi poso ortodossi e illeciti. Il controsenso però è che nel lavoro domestico questa agevolazione non esiste. In pratica, nonostante sia proprio il settore domestico di badanti e colf, quello più interessato dal lavoro nero, lo sgravio contributivo non si applica. Per i contratti di lavoro del settore domestico non c’è il bonus contributivo. Questo perché pare che i legislatori abbiano considerato il fatto che in questo settore vigono già regole vantaggiose da questo punto di vista, a partire da aliquote contributive ridotte rispetto a quelle ordinarie.

Per assunzioni di badanti e colf quindi, nessuna agevolazione di questo genere. Restano in campo le detrazioni e le deduzioni dal reddito. Perché le spese per la badante, compresi i contributi previdenziali, possono dare diritto all’abbattimento della base imponibile su cui si calcola l’IRPEF, o alla riduzione della stessa imposta.