Ultimo in ordine di tempo, lo scorso 17 luglio ha debuttato anche il bonus asilo nido, che si è andato ad aggiungere al bonus bebè e al bonus mamma domani. Tra i diversi aiuti previsti per neomamme non sempre è facile capire come muoversi anche perché i nomi simili non aiutano ad avere un quadro chiaro delle detrazioni Irpef previste. L’ultimo bonus targato Renzi, infatti, non è cumulabile con i precedenti voucher baby sitter e con le detrazioni Irpef per gli asili già esistenti.

Dalla platea di possibili beneficiarie del bonus nido non mancheranno le escluse, considerando anche che non essendo previsto un limite di reddito per averne diritto, ipoteticamente potrebbe succedere che una donna economicamente più bisognosa resti fuori rispetto ad una più abbiente. L’unico limite fissato dal governo, infatti, è quello per la copertura economica da 144 milioni totali: le domande che arriveranno oltre le prime 144 mila erogazioni resteranno inevitabilmente escluse.

Detrazione spese asilo: quando non conviene metterle

Di fronte ai mille euro del bonus asilo, la detrazione per le spese del nido (19% fino a un massimo di 632 euro per figlio quindi un risparmio di 120 euro l’anno) appare uno sconto fiscale decisamente meno allettante. Ecco perché non conviene scaricarle dal 730 ma il dubbio è lecito: e se così facendo poi non si ottengono neanche i mille euro sarà possibile chiedere un rimborso? Al momento no ma il governo dovrebbe probabilmente pensare ad un modo per porre un rimedio a questo possibile paradosso.

Voucher baby sitter: carta vince, carta perde

Diametralmente opposto il discorso per i voucher baby sitter e asili nido: la misura, prorogata fino al biennio 2017-18, prevede un contributo in denaro se la mamma torna al lavoro che può arrivare fino a 600 euro mensili per sei mesi. A conti fatti si arriva così a 3.600 euro, dunque più del triplo del voucher nido che ha debuttato nei giorni scorsi.

Una confusione per molti contribuenti che, nel dubbio, presentano più domande per bonus diversi salvo poi scegliere in base all’esito, a volte senza consapevolezza delle reali differenze tra bonus bebè, bonus mamma, bonus nido e altre agevolazioni previste. Conferma che arriva anche dai patronati, spesso sobbarcati di richieste. Proprio a questo scopo l’Inca, il patronato della Cgil, ha pubblicato una guida dedicata alle mamme e i papà che lavorano, che contiene una panoramica di tutte le misure attualmente in vigore. E il testo ha portato a 75 pagine (come ulteriore conferma del quadro frammentario che abbiamo di fronte). Morena Piccinini, presidente Inca, ha descritto le politiche della famiglia come “tante cartoline elettorali di diverso colore, utili solo a raccogliere consenso, ma del tutto inefficaci ad affrontare il tema della denatalità”.

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