Nel prossimo decreto di aprile dovrebbe fare la comparsa ufficiale anche il bonus vacanze per l’estate 2020 del quale, tra anticipazioni e polemiche, si parla per rilanciare il turismo, il settore più colpito dal coronavirus. Mentre si cerca di capire come organizzare la stagione estiva nelle località balneari, arrivano i primi quesiti anche sul voucher per le vacanze previsto per le famiglie.

L’idea, come avevamo anticipato in questo articolo, è quella di prevedere un voucher vacanza sotto forma di detrazione in base al numero di componenti del nucleo familiare e al reddito, per soggiorni di almeno tre notti.

Molti si chiedono che cosa si intenda per “soggiorno”? Vale solo per hotel e similari o sarà esteso anche ad altre forme di turismo che negli ultimi anni avevano prese sempre più piede, come affittacamere e B&b?

Premesso che viaggiamo nel campo delle ipotesi, attendendo il decreto ufficiale, proviamo a fare un ragionamento: sarebbe bello non penalizzare nessuna struttura ed essere veramente uniti nella ripresa dell’economia italiana. Anche perché, vista la crisi, non è da escludere che molte più persone sarebbero disposte ad adibire una porzione di casa per affitti giornalieri o a breve termine. Tuttavia, sebbene rivolta in modo diretto alle famiglie o alle persone che viaggiano in Italia (come detrazione fiscale sulla spesa) la ratio del bonus vacanze è, a ben vedere, quello di sostenere hotel e altre strutture alberghiere in genere che hanno subito grosse perdite a causa della chiusura in questo periodo di lockdown. In altre parole: il bonus dovrebbe verosimilmente essere “speso” solamente nelle attività commerciali che di queste entrate vivono. Lecito quindi pensare che sia esteso ad affittacamere con partita IVA mentre resterebbero esclusi i B&b (che non sono attività d’impresa) e, a maggior ragione, gli affitti turistici privati su Airbnb, Booking o altre piattaforme di sharing.

Ad ogni modo seguiremo la pubblicazione del decreto per avere certezze sulle modalità di accredito.