Il legislatore potrebbe riservare ancora cambiamenti al bonus barriere 75%, dopo le modifiche apportate dal decreto Salva Superbonus (decreto-legge n. 212/2023). Sono in corso emendamenti nella fase di conversione in legge del menzionato provvedimento. Si tratta di emendamenti che andrebbero ad ammorbidire (anche se non molto) la posizione restrittiva presa verso questo bonus casa.

Un bonus che fu introdotto nel 2022 e poi prorogato fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025. Lo sgravio fiscale, nella sua attuale formula, si spalma in 5 quote annuali di pari importo.

Quando è stato introdotto, è stato ammesso per diversi tipi di lavori finalizzati all’abbattimento/superamento di barriere architettoniche. Negli interventi ammessi rientravano, ad esempio, non solo installazione di ascensori, carrelli elevatori, ecc., ma anche il rifacimento di bagni e installazione di infissi, purché rispettati i requisiti di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236.

Prevista anche la possibilità di optare per sconto in fattura e cessione del credito, senza che il tutto fosse interessato dallo stop alle due opzioni imposto per gli altri bonus edilizi con il decreto cessioni (decreto-legge n. 11/2023).

Cos’è cambiato dopo

Non è tutt’oro ciò che luccica. Ecco che il legislatore, al fine di evitare l’abuso del bonus, è intervenuto con delle restrizioni. Il decreto Salva Superbonus ha, in primis, stabilito che dalle spese sostenute a partire dal 30 dicembre 2023, il bonus barriere 75% spetta solo per lavori aventi a oggetto scale, rampe e installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Il tutto sempre a condizione che tali lavori rispettino i requisiti di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236. E qui entra in campo la seconda novità. Tali requisiti, rispetto al passato, devono essere asseverati.

Restrizioni anche per la cessione del credito e sconto in fattura. Dal 30 dicembre 2023, le due opzioni sono possibili solo a condizione che entro il 29 dicembre 2023 risulti presentato il titolo abilitativo ai lavori, oppure se trattasi di lavori in edilizia libera, a condizione che entro la citata data:

  • siano già iniziati i lavori;
  • oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, sia già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo.

Bonus ancora possibile su edifici condominiali

A ogni modo, a prescindere dalle suddette condizioni, lo sconto e cessione bonus barriere 75% restano possibili laddove si tratti di lavori fatti sull’edificio condominiale a prevalente destinazione abitativa.

Inoltre, le due strade restano percorribili anche se trattasi di spese sostenute da persone fisiche, in relazione a interventi su edifici unifamiliari o unità abitative site in edifici plurifamiliari. A condizione che tale abitazione sia quella “principale” e che il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Salvo il caso in cui nel nucleo familiare sia presente un disabile.

Ultima novità, espressamente è detto che le spese ammesse al bonus devono essere pagate con bonifico parlante.

Bonus barriere 75%, emendamenti in atto

Le restrizioni hanno, immediatamente, generato reazioni NON positive. Un bonus destinato a sostenere chi fa lavori diretti a migliorare la vita quotidiana e l’accessibilità agli spazi da parte di soggetti che già vivono condizioni di disagio sociale ed economico, non può subire dette restrizioni. Invece di punire chi già vive in disagio bisognerebbe estirpare chi provoca danni. Chi fa le truffe attraverso questi strumenti.

A ogni modo, la posizione legislativa, come detto, potrebbe alleggerirsi per via di alcuni emendamenti arrivati in fase di conversione in legge del decreto Salva Superbonus. Uno di questi, propone di lasciare l’ambito oggettivo dei lavori ammessi così com’era e non limitarlo a soli interventi riguardanti installazione di rampe, ascensori e scale.

Per contro, si propone di ridurre la percentuale di detrazione dal 75% al 50% e allungare da 5 a 10 anni il recupero.

Si tratterebbe tuttavia, a nostro parere, di una soluzione che butterebbe solo fumo negli occhi, visto che oggi per questi lavori già è possibile avere la detrazione del 50% in 10 anni (parliamo dell’ordinario bonus ristrutturazione 50%). L’altra proposta sarebbe quella di rimandare i cambiamenti al 2025. Quindi, lasciare le cose come sono fino al 31 dicembre 2024.

A ogni modo per conoscere quali (e se ci saranno) ulteriori modifiche al bonus occorre aspettare la definitiva conversione in legge del decreto n. 212/2023.

Riassumendo…

  • il decreto Salva Superbonus (decreto-legge n. 212/2023) ha ristretto notevolmente il bonus barriere 75%
  • si restringono i lavori ammessi e i casi in cui è possibile fare opzione per sconto in fattura e cessione del credito
  • per via di emendamenti avanzati in fase di conversione in legge del decreto, le cose potrebbero nuovamente cambiare.