I debiti per bollo auto non pagato fino al 2010 sono stati cancellati. Chi si ritrova carichi fiscali pendenti relativi all’imposta regionale sul possesso dell’automobile antecedenti quella data non dovrà versare nulla perché i debiti sono già stati sanati d’ufficio. La misura riguarda però importi fino a 1.000 euro.

La pace fiscale, approvata dal precedente governo Lega-M5S, ha infatti previsto la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro e che comprendono anche gli importi dei bolli auto non pagati nei 10 anni precedenti il 2010.

A precisarlo è anche una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11410 del 30 aprile 2019) che ha deliberato la decadenza delle richieste di pagamento e dei contenziosi per intervenuta normativa sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. In altre parole anche i debiti relativi al bollo auto rientrano nel decreto fiscale 2018 che ha eliminato le cartelle di pagamento fino a 1.000 euro.

Bollo auto: dieci anni di condono

Per la precisione non è quindi il bollo auto che è stato stralciato, ma la cartella esattoriale emessa in conseguenza al mancato versamento dell’imposta. E, considerato che fino al 2010 l’importo medio dell’imposta automobilistica era inferiore ai 1.000 euro all’anno, tali cartelle rientrano nei limiti previsti dalla legge per lo stralcio e successivo annullamento. La sanatoria rientra anche per coloro che hanno in corso un contenzioso col fisco o hanno avviato ricorso avverso la richiesta di pagamento del bollo auto. Per la Corte di Cassazione interviene quindi la cessazione della materia del contendere.

Le richieste degli enti regionali

Pertanto chi si fosse accorto di avere ancora pendenze fiscali con il bollo auto antecedenti il 2010, è bene che presti molta attenzione a quanto e cosa deve pagare. I debiti si considerano infatti estinti a tutti gli effetti se rientranti in importi da cartelle esattoriali fino a 1.000 euro. Ciò riguarda anche i contenziosi che decadono automaticamente.

Per cui, ogni pretesa di pagamento da parte delle Regioni in tal senso deve ritenersi illegittima. Può infatti capitare che l’ente preposto alla riscossione continui a notificare la richiesta di pagamento non tenendo conto dell’intervenuta normativa sullo stralcio delle cartelle esattoriali. Il contribuente, però, non deve fare nulla perché lo stralcio è avvenuto in automatico per gli anni dal 2001 al 2010 e quindi ogni pretesa di pagamento deve essere considerata nulla.

Bollo auto, abolizione?

Come noto, il bollo auto è una delle tasse più odiate dagli italiani. Al punto che si sta cercando di abolirlo o ridurlo in base alle decisioni e le disponibilità finanziarie delle Regioni. Una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 122 del 20 maggio 2019), ha infatti stabilito che le peculiarità attribuite alla tassa automobilistica impongono alle Regioni soltanto di non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale. Pertanto, per sviluppare un’autonoma politica fiscale in funzione di specifiche esigenze, le Regioni possono introdurre esenzioni anche se non previste dal legislatore statale. Il che significa che gli enti regionali possono ridurre o abolire dl tutto il bollo auto per i veicoli dei residenti appartenenti al territorio. Una precisazione che lascia però discutere molto perché le Regioni italiane più “virtuose” potrebbero decidere di abolire il bollo auto, mentre quelle più in difficoltà no creando disparità di trattamento fiscale fra i contribuenti.