Nonostante le paure siamo sempre più in Europa: lo conferma anche la novità sul bollo auto ossia l’abolizione della competenza regionale sulla tassa automobilistica: il bollo auto diventa europeo. Ecco quando e che cosa cambierebbe ma soprattutto, aspetto che maggiormente interessa gli automobilisti stando anche ai quesiti bollo auto che riceviamo all’indirizzo email della redazione, chi pagherà di più e chi di meno con le nuove regole sul bollo.

Bollo auto: verso l’abolizione di quello regionale

La proposta di unificare il bollo auto europeo arriva dalla Commissione Trasporti del Parlamento europeo.

La novità potrebbe, se tutto prosegue nell’ordine, entrare a regime nel 2026. Ecco gli iter normativi previsti: la proposta della Commissione Trasporti di Strasburgo dovrebbe passare al vaglio del Consiglio europeo e ottenere l’ok dei 27 Stati membri. Eventualmente in caso di approvazione la prima fase di sperimentazione riguarderebbe i veicoli pesanti: dal 2023 il bollo europeo potrebbe quindi essere applicato ai furgoni che superano le 2,4 tonnellate di peso.

Bollo auto europeo, importo e calcolo: chi pagherà di più e chi di meno rispetto a oggi

Le novità sul bollo auto potrebbero interessare in primis chi usa la macchina tutti i giorni per lavoro: la tassa infatti non sarebbe più calcolata in base alla potenza in Kw del motore bensì ai km percorsi. In altre parole chi più usa la macchina, più paga di bollo auto, indipendentemente dalla potenza del motore o dal potere inquinante della vettura.
A livello di costi bisogna anche tenere conto che l’esigenza di tenere sotto controllo i km percorsi impone l’installazione di una scatola nera nella macchina per registrare appunto il chilometraggio. Ci si chiede quindi se le nuove macchine avranno già questo dispositivo installato e se saranno previsti incentivi per le auto vecchie.

La ratio alla base del nuovo calcolo del bollo vuole che chi usa meno la macchina inquini meno e di conseguenza pagherà di meno: oltre a risparmiare sul bollo auto in questo caso si spende meno per la benzina.

A tutto vantaggio dell’ambiente. Ma facciamo un esempio pratico che forse ci aiuta a capire meglio alcune situazioni di paradosso che scaturirebbero: se un manager ha in garage un suv o una sportiva di lusso (oggi soggetta al pagamento del cd super bollo) ma nei giorni lavorativi usa l’auto aziendale, avrà sicuramente un grande risparmio sul bollo auto. Situazione opposta quella dell’operaio che utilizza tutti i giorni la sua vettura utilitaria per andare a lavorare. Paradossalmente il bollo auto aumenterà per questo automobilista non certo ricco.

Questo potrebbe essere un incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblici si potrebbe ribattere! Ma attenzione perché una simile scuola di pensiero potrebbe essere ancor più discriminante per chi vive in zone periferiche non collegate adeguatamente con il servizio di trasporto pubblico. A dover in questo caso potenziare la rete di trasporto locale dovrebbero essere le Regioni che però sono le stesse a risentire economicamente dell’abolizione del bollo auto ora di loro competenza. E se anche fosse la Regione a continuare ad incassare i soldi del bollo auto in ogni caso avrebbe evidentemente poco interesse a potenziare il trasporto pubblico.