“Cara è arrivata la cartella in cui ci contestano il mancato pagamento del bollo della tua auto per l’anno 2018 eppure io ricordo di averlo pagato ma non trovo più la ricevuta”. E’ questo un classico scambio di battute tra moglie e marito quando il postino notifica la contestazione dell’omesso versamento della tassa automobilistica da parte della Regione.

Il vademecum, ricordiamo, dice che il bollo auto va pagato entro il mese successivo quello in cui la tassa è in scadenza. Quindi, ad esempio, per un bollo in scadenza a giugno 2020, il versamento dovrà avvenire entro la fine del mese di luglio e la sua validità è di 12 mesi.

L’adempimento può essere assolto per il tramite di: delegazioni ACI; BolloNet (servizio online ACI); Sportelli Bancomat e Home Banking presso alcuni istituti di credito; Sportelli Poste Italiane abilitati (eventualmente con il numero di conto corrente della Regione di riferimento); Tabaccherie Lottomatica o convenzionate; Ricevitorie Sisal abilitate. Dal 2020 il pagamento deve avvenire tramite PagoPa. L’importo versato finisce nelle casse delle Regioni; delle Province Autonome di Bolzano e Trento. Per le regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia (per quest’ultima solo fino al 2015) il tributo è gestito, invece, dall’Agenzia delle Entrate. Sul sito internet di quest’ultima è anche messo a disposizione un servizio online per il calcolo della somma dovuta inserendo il tipo di veicolo ed il numero di targa.

Cosa fare

Come posso dimostrare l’avvenuto pagamento visto che non trovo più l’attestazione del versamento fatto? E’ questa la domanda ricorrente.

Premesso che il bollo si prescrive entro il terzo anno successivo all’anno di scadenza del versamento (l’omesso pagamento si prescrive, quindi, a partire dall’anno successivo, trascorsi 3 anni), laddove fosse stata smarrita la ricevuta, il contribuente ha a disposizione diverse alternative per dimostrare la non violazione contestatagli. Se si tratta di pagamenti effettuati a beneficio delle Regioni per le quali la tassa è gestita dall’Agenzia delle Entrate, quest’ultima mette a disposizione sul proprio sito internet un servizio dedicato, il quale oltre che per le menzionati regioni è reso accessibile anche alle Regioni Marche, Sicilia e Valle D’Aosta.

Accedendo al link, sarà, quindi, sufficiente inserire (tramite gli appositi menù a tendina): la Regione beneficiaria; la categoria del veicolo, l’anno di pagamento e la targa del veicolo. Per le Regioni diverse dalle precedenti, invece, il contribuente potrebbe recarsi alla sede ACI più vicina e richiedere un estratto degli avvenuti pagamenti degli anni addietro oppure in alternativa potrebbe sfruttare il servizio online messo a disposizione dall’ACI stessa al seguente link dove si apprende che qualora l’utente abbia ricevuto una comunicazione di pagamento da parte di una delle Regioni/Province Autonome indicate (ossia: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Prov. Aut. Bolzano, Prov. Aut. Trento, Puglia, Sicilia, Umbria), ha la possibilità di inviare ad ACI una richiesta di riesame corredata di documentazione in formato elettronico. Quanto pervenuto sarà valutato dal personale per la verifica e per la soluzione di eventuali disallineamenti d’archivio, pendenze tributarie e/o contenzioso a proprio carico. In particolare si potrà utilizzare il modulo di richiesta, allegando uno o più file nel seguente formato:  Immagine (JPEG); Documento (PDF). Cliccando poi sul tasto “Procedi” presente in basso alla pagina, si verrà indirizzati alla schermata successiva in cui viene richiesto l’inserimento di un indirizzo e-mail valido ed una sua conferma; il numero di pratica; l’annualità della campagna accertamenti in cui ricade la cartella di pagamento ricevuta.