Il gratuito patrocinio, o patrocinio a spese dello Stato, è il meccanismo che consente di poter fruire di un avvocato senza pagarlo, poiché le spese saranno coperte dallo Stato alla fine del giudizio. Chi si avvale del gratuito patrocinio non è tenuto a versare neanche i contributi unificati e l’imposta di registro sulla sentenza. L’intero giudizio, quindi, per chi si avvale del patrocinio a spese dello Stato è gratis e proprio per questi motivi ci sono dei limiti di reddito cui attenersi per venire ammessi all’istituto.

Tali limiti vengono aggiornati periodicamente dal Ministero della Giustizia in base ai mutamenti del costo della vita.

Una cosa importante: se chi accede al gratuito patrocinio subisce una sconfitta e il giudice rigetta la domanda, chi è stato ammesso al gratuito patrocinio può anche essere condannato al pagamento delle spese processuali sostenute dalla parte vincitrice.

Gratuito patrocinio: limiti di reddito per l’ammissione

Il dato per l’ammissione al gratuito patrocinio è stato aggiornato nel 2015 ed è tutt’ora valido. Il reddito del richiedente non deve essere superiore a 11.528,41 euro. Il limite di reddito non tiene conto solo dell’imponibile del richiedente ma anche di ogni suo familiare convivente. Se un disoccupato, quindi, convive con i genitori percettori di reddito, non potrà ottenere il gratuito patrocinio se la somma dei redditi supera il limite stabilito dalla legge.

Si parla di convivenza e quindi basta non essere più conviventi con la propria famiglia, anche se ancora fiscalmente a carico, per non dover sommare il proprio reddito a quello dei parenti e rientrare, quindi, nel tetto per accedere al gratuito patrocinio.

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