Non c’è dubbio che il taglio delle tasse sia l’unica via efficace in grado di far ripartire una economia. Quindi, inutile sperare che la crisi passi da sola in Italia: per far ripartire il Pil bisogna agire sulla leva fiscale.

Ne è esempio la Norvegia che in fatto di mercato dell’auto ha deciso di spingere energicamente verso il green. Prima ancora che si muovano a passo di elefante i paesi core della Ue. Oslo ha così puntato con vigore sulla diffusione delle auto elettriche.

In Norvegia sorpasso delle auto elettriche

Dal 2025 (ma è probabile che la data slitti di qualche anno), tutte le auto a benzina e diesel saranno fuori legge in Norvegia. Come noto i paesi nordici d’Europa sono molto sensibili alle tematiche ambientali e il governo norvegese ha deciso di dare un impulso deciso alla sostenibilità del clima e a difesa dell’ambiente.

Per farlo ha incentivato i cittadini ad acquistare auto ecologiche elettriche. Mettendo al bando quelle a benzina o diesel a partire dal 2025. Contestualmente saranno rimosse gradualmente anche tutte le pompe carburanti presso le stazioni di servizio, sostituite con colonnine di autoricarica elettrica.

La Norvegia è già diventata la prima nazione al mondo in cui la vendita di veicoli elettrici ha superato quella di veicoli con motori a benzina, diesel e ibridi. Secondo i dati della Norwegian Road Federation (OFV) nel 2020 i veicoli elettrici a batteria hanno rappresentato il 54,3% di tutte le nuove auto vendute nel Paese. Un vero e proprio record mondiale. Un balzo in avanti fortissimo rispetto all’appena l’1% del mercato complessivo di dieci anni fa.

Niente tasse sulle auto elettriche

La chiave di volta per far scattare la corsa all’acquisto delle auto elettriche è stata l’abbattimento delle tasse. Notoriamente e mediamente più alte che in Italia, lo Stato norvegese le ha totalmente abolite.

Oggi, infatti, in Norvegia l’acquisto di auto elettriche prevede l’esenzione totale da ogni tassazione che incentiva tale scelta rispetto a quella di acquistare auto a benzina o diesel.

E’ quindi grazie a un insieme di incentivi fiscali seri e concreti che c’è stato il boom di auto elettriche. Un mix di incentivi che non si fermano a rottamazione e vendita, ma rendono ogni singolo momento del possesso di un’auto elettrica molto più conveniente rispetto ai vecchi quattro pistoni. Eccoli:

  • Niente Iva
  • Niente tassa di importazione
  • Azzeramento del bollo auto
  • Esenzione dalle tariffe autostradali
  • Passaggi gratis sui traghetti
  • Esenzione dagli eco-pass per i centri cittadini
  • Parcheggi gratis
  • Possibilità di percorrere le corsie preferenziali

Una pacchia, insomma, agevolata dal fatto che il costo per chilometro di un’auto elettrica è più basso di una vettura diesel o benzina di pari categoria e che la Norvegia può contare su imponenti risorse idroelettriche.

E in Italia come stanno le cose?

Il nostro paese è nettamente staccato dalla Norvegia, così come lo sono Anche Francia e Germania. Da noi però il costo delle auto elettriche è molto caro rispetto alla disponibilità media di reddito delle famiglie. Per incentivare il passaggio servirebbero quindi politiche fiscali più energiche e un taglio delle tasse deciso, come avvenuto in Norvegia.

Non è la volontà politica che manca, ma i soldi. Eliminare tutte le tasse che gravano sulle automobili implicherebbe creare ulteriori buchi a bilancio dello Stato. Cosa che il Paese non può permettersi in questo momento.

Auto elettriche ancora troppo care

Eppure qualcosa si muove. In Italia sono state immatricolate oltre 36 mila auto elettriche nei primi 10 mesi del 2020, portando il totale dei veicoli circolanti a quasi 76 mila unità, secondo i dati forniti da Motus-E. Si tratta di un dato incoraggiante per il settore, che fa registrare un aumento del 173% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ma l’incidenza sul totale è ancora piuttosto bassa. Stando all’ultimo report di Acea, associazione che raggruppa i maggiori produttori di automobili europei, la fetta di mercato complessiva dell’elettrico in Italia corrisponde al 6,6%.

In tutti i paesi dell’Europa occidentale, salvo Grecia e Spagna, il mercato è più ampio che in Italia: in Olanda ad esempio è tra il 15 e il 20% del totale, in Francia intorno al 10%“, dice Dino Marcozzi, Segretario Generale di Motus-E. Anche in numeri assoluti, il raffronto non regge: “In Germania nel solo mese di Ottobre sono state vendute circa 28 mila BEV, quanti prevediamo se ne venderanno in Italia in tutto il 2020“.