Come già spiegato in diversi nostri articoli, con il decreto aiuti bis il governo abbandona il bonus 200 euro come misura antinflazione, per un intervento meno costoso ma, al tempo steso, più duraturo. In particolare, in questi giorni si sta tanto parlando di una decontribuzione degli stipendi più bassi, in modo da far aumentare il netto in busta paga e dell’anticipo della rivalutazione delle pensioni già da questo mese.

Per quanto riguarda quest’ultimo provvedimento, i sindacati hanno già espresso molte perplessità.

Secondo quanto previsto dall’attuale bozza del decreto, la rivalutazione delle pensioni è così bassa che sembra quasi uno scherzo.

Perplessità che, a dir la verità, sembrerebbero confermate anche da alcuni esponenti del governo. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Aumentano le pensioni grazie all’anticipo parziale della rivalutazione, ma si parla di cifre davvero piccole

La rivalutazione delle pensioni, prevista per gennaio 2023, sarà anticipata a quest’autunno (settembre ottobre), anche se in misura parziale.

In particolare, l’adeguamento riguarda gli assegni pensionistici relativi a tutto il secondo semestre del 2022, ma, essendo un anticipo parziale, sarà soltanto del 2 per cento. Troppo poco, soprattutto considerando gli attuali livelli di inflazione.

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha evidenziato che per i pensionati la rivalutazione del 2% comporta un aumento nei 3 mesi di 10 euro ogni 500 euro di pensione. E l’anticipo del conguaglio di cui loro parlano dello 0,2 comporterebbe un aumento sull’anno di 1 euro al mese ogni 500 euro”.

Il problema è che a luglio, l’inflazione in Europa è aumentata del 8,9% su base annua. Si tratta del tasso più alto da quando esiste l’euro. Una rivalutazione delle pensioni di questo tipo, in effetti, serve a poco.

Il governo potrebbe aumentare la rivalutazione?

Le critiche avanzate dai sindacati trovano la sponda anche di alcuni esponenti del governo.

La sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, in una recente intervista, ha spiegato che tali critiche sono in parte fondate e che “una riflessione è in corso”, purtroppo però, continua la sottosegretaria “la coperta è abbastanza stretta”.

“La necessità di focalizzarsi sui soggetti a basso reddito e a reddito fisso è condivisa, che rispetto alle esigenze si possa fare non moltissimo è altrettanto vero”. Ad ogni modo, ha concluso, “i conti sono ancora in corso di definizione”.