Se la riforma delle pensioni è complicata da portare a termine, la riforma del fisco è sicuramente a buon punto. Anzi, dopo la riforma dell’IRPEF che già quest’anno ha portato per esempio molti contribuenti a recuperare fino a 260 euro in più all’anno nel 2025 probabilmente si andrà anche oltre. Cosa c’entra la riforma delle pensioni con la riforma fiscale? Effettivamente nulla se parlando di pensioni si fa riferimento alle regole di accesso alla quiescenza da parte dei cittadini. Invece riforma fiscale e pensioni si collegano per quanto riguarda gli importi delle prestazioni.

E dopo il passaggio da 4 a 3 scaglioni IRPEF che già oggi ha interessato i contribuenti, ecco che adesso si passa a nuove modifiche, sempre a vantaggio dei contribuenti. Tradotto arrivano nuovi aumenti pensioni e stipendi. Naturalmente non per tutti, e non in uguale misura per i beneficiari.

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Anche i pensionati sono contribuenti in quanto pagano le tasse compresa l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, meglio nota come IRPEF. Nel 2024 le aliquote IRPEF sono state ridotte da 4 a 3. Un intero scaglione è stato cancellato, con il secondo che è stato accorpato nel primo. In pratica, ci sono stati contribuenti che, in virtù di questo epocale cambiamento, stanno versando meno IRPEF di quella dello scorso anno. E traducendo tutto in “soldoni”, c’è chi sta prendendo più soldi. Anche molti pensionati, in quanto contribuenti assoggettati ad IRPEF.

Riepilogando, fino al 31 dicembre 2023 gli scaglioni IRPEF erano 4 e cioè:

  • fino a 15.000 euro il 23%;
  • da 15.001 euro e fino a 28.000,00 euro il 25%;
  • da 28.001 euro e fino a 50.000 euro il 35%;
  • oltre 50.000 euro il 43%.

Come detto, nel 2024 gli scaglioni sono diventati solo 3. E il secondo è stato cancellato con relativo accorpamento nel primo. I nuovi scaglioni sono:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% per i redditi sopra i 50.000 euro.

Chi fino al 2023 per la parte di reddito superiore a 15.000 euro e fino a 28.000 euro pagava il 25% di IRPEF adesso versa il 23%.

Un 2% in meno di imposta, che per chi ha redditi esattamente pari a 28.000 euro o superiori, significa recuperare 260 euro in più. Anche aumenti di pensione, per chi è in questa fascia di imposizione fiscale.

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Ma i contribuenti non hanno fatto in tempo ad abituarsi a questa novità che il governo Meloni sta per ritoccare di nuovo una parte di queste regole. Non una nuova riforma dell’IRPEF per il 2025 quanto piuttosto il prosieguo della riforma che passo dopo passo punta alla meta. E si parla già di contribuenti che otterranno 100 euro in più. E’ stato anticipato, in tono polemico, che la nuova riforma fiscale sarà a vantaggio dei contribuenti con redditi più alti, che sono stati limitati nel vantaggio che la nuova IRPEF 2024 aveva introdotto. Infatti nel già citato passaggio da 4 a 3 scaglioni IRPEF, in titolari di redditi più alti di 50.000 euro anche se dovevano percepirli, non hanno ottenuto i 260 euro di risparmio di imposta previsto per tutti gli altri contribuenti con redditi tra i 28.000 ed i 50.000. Infatti con una specie di franchigia sulle detrazioni, la nuova IRPEF nel 2024 non ha inciso sui titolari di redditi sopra i 50.000 euro. In altri termini, è stata introdotta una sorta di penalità da 260 euro capace di assorbire l’aumento dettato dai nuovi scaglioni IRPEF per questi contribuenti.

Come funzioneranno i nuovi scaglioni e le nuove aliquote e perché avvantaggiano sempre i ricchi

Una scelta dettata dal dover sedare le polemiche relative alla nuova IRPEF. Una novità questa molto discussa e criticata perché non ha previsto nulla per i redditi al di sotto dei 15.000 euro che pagavano il 23% e pagano ancora il 23%.

Oltretutto, per redditi inferiori a 28.000 euro, il vantaggio si va sempre riducendo man mano che si scende fino ai 15.000 euro. E le polemiche si sono sprecate, dal momento che la nuova IRPEF è stata subito accusata di guardare solo a pensionati, lavoratori e contribuenti con redditi più alti. Per esempio, un titolare di redditi pari a 18.000 euro grazie alla nuova IRPEF ha risparmiato solo 60 euro, mentre chi ha redditi di oltre 10.000 euro superiori, ha recuperato 260 euro. Gli aumenti di pensioni e stipendi non finiscono però ai 260 euro prima citati.

Ecco due nuove ipotesi per i nuovi aumenti pensioni e stipendi in arrivo per i contribuenti

Adesso però, come spiegato dal Viceministro di Economia e Finanze, Maurizio Leo, sembra che il trend del governo prosegue verso il favorire i redditi più elevati. Pare infatti che l’esecutivo pensa ad ampliare fino a 55.000 euro il secondo scaglione oggi vigente. L’ipotesi è di passare ai seguenti 3 nuovi scaglioni IRPEF:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 55.000 euro;
  • 43% per i redditi sopra i 55.000 euro.

In questo caso l’aumento di pensioni e stipendi sarebbe di 400 euro per questi contribuenti. Ma ci sarebbe al vaglio anche l’ipotesi di tagliare fino al 34% o addirittura al 33% il secondo scaglione. Significa che con questa seconda, straordinaria ipotesi, ci sarebbero pensionati che solo per via dello sconto sulle imposte, prenderebbero qualcosa come 100 euro al mese in più. La nuova versione sarebbe:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 33% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 55.000 euro;
  • 43% per i redditi sopra i 55.000 euro.

Infatti se davvero si passerà a questa nuova formula dell’IRPEF, i titolari di redditi da 55.000 euro in su, si troverebbe con altri 800 euro circa di aumento a cui aggiungere quelli da 260 euro già goduti quest’anno.

Alcuni esempi pratici di ciò che potrebbe succedere adesso con le nuove modifiche IRPEF in via di approfondimento

Al momento queste sono solo ipotesi, ma che se davvero si trasformeranno in realtà, produrranno notevoli vantaggi per i contribuenti.

Basti pensare a soggetti con 60.000 euro di redditi annui. Con l’IRPEF a 4 scaglioni fino al 2023, questi soggetti versavano 18.700 euro di IRPEF così ripartita:

  • 3.450 euro per il 23% dei primi 15.000 euro;
  • 3.250 euro per il 25% dei secondi 13.000 euro;
  • 7.700 euro per il 35% dei terzi 22.000 euro;
  • 4.300 euro per il 43% degli ultimi 10.000 euro.

Si tratta delle 4 aliquote applicate sulla parte eccedente il reddito dello scaglione precedente come è il funzionamento dell’IRPEF progressiva. Con le modifiche 2024 ed i 3 scaglioni IRPEF l’imposta totale è scesa, sempre per contribuenti con 60.000 euro a 18.440 con la seguente ripartizione:

  • 6.440 euro per il 23% dei primi 28.000 euro;
  • 7.700 euro per il 35% dei secondi 22.000 euro;
  • 4.300 euro per il 43% degli ultimi 10.000 euro.

Se davvero andrà in porto la novità del taglio dell’aliquota del secondo scaglione, un contribuente con 60.000 euro di reddito annuo spende 17.500 euro di IRPEF con il seguente meccanismo:

  • 6.440 euro per il 23% dei primi 28.000 euro;
  • 8910 euro per il 35% dei secondi 27.000 euro;
  • 4.300 euro per il 43% degli ultimi 5.000 euro.

Dai 18.700 euro di IRPEF dovuta su 60.000 euro da parte dei contribuenti, si passerebbe a 17.500 euro, cioè esattamente 1,.200 euro di risparmio e quindi 100 euro al mese recuperati. Ecco spiegati gli aumenti pensioni e stipendi.

Riassumendo

  • La riforma pensioni è incagliata ma la riforma fiscale, che interessa anche i pensionati, prosegue;
  • Nel 2024 le aliquote Irpef sono passate da 4 a 3;
  • Il successivo passaggio per il 2025 prevede un aumento per i redditi alti.