Posso assumere come colf e badante una vicina di casa che percepisce il reddito di cittadinanza? Gli incentivi valgono anche per il lavoro domestico o vanno solo a vantaggio delle imprese che assumono i beneficiari del RdC?

Tra pochi giorni il Reddito di Cittadinanza entrerà ufficialmente nella fase 2 della misura, quella di collocamento a lavoro dei beneficiari del sussidio. Per i datori di lavoro che assumono i titolari del RdC sono previsti incentivi economici e sgravi fiscali. Nel frattempo, ricordiamo, che le sanzioni per chi lavora in nero, e nel frattempo usufruisce del sussidio economico, sono molto severe.

Titolare reddito di cittadinanza come colf o badante: quale incentivo per le famiglie

Per i datori di lavoro nella fase due sono previsti benefici fino ad massimo di 780 euro al mese e ha la durata massima di 18 mesi e minima di 6 mesi. Concretamente il beneficio può essere usufruito come esonero dal versamento dei contributi all’Inps, oppure sotto forma di credito d’imposta.

La legge non esclude le famiglie che assumono i percettori del sussidio ma si limita a prevedere i benefici per i datori di lavoro privati che:

  • comunicano le disponibilità di posizioni vacanti alla piattaforma digitale dedicata al Rdc presso l’Anpal;
  • assumono a tempo pieno e indeterminato, anche mediante contratto di apprendistato, soggetti titolari del Rdc.

Sebbene la legge non escluda espressamente dal testo le famiglie che ricorrono a lavoratori domestici, dal senso della norma si comprende che i benefici in analisi sono riservati a imprese e professionisti.

Tra le regole previste, infatti, si inserisce l’obiettivo di un incremento occupazionale netto del numero dei dipendenti, o non violare i limiti “de minimis” degli aiuti di Stato, o, ancora, quelli di precedenza. I datori di lavoro, inoltre, dovranno ed essere in possesso del Durc (il documento unico di regolarità contributiva).

Assunzione colf o badante con reddito di cittadinanza: esclusi gli incentivi

E se la legge non lo fa, ad escludere in maniera esplicita i datori di lavoro domestici, togliendo ogni dubbio, è la circolare Inps 104/2019.

Tuttavia ci sono altri incentivi da non sottovalutare come:

  • la detrazione Irpef del 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale del disabile non autosufficiente (da calcolare su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro e spetta solo quando il reddito complessivo del contribuente non supera i 40 mila euro);
  • deduzione dei contributi Inps dei collaboratori domestici fino ad una soglia massima di 1.549,37 euro annui;
  • adesione al progetto Inps Home Care Premium per i dipendenti pubblici.