Dal primo marzo 2022 è entrata in vigore probabilmente la principale misura di welfare per le famiglie di cui si ha memoria. Mai prima di allora era esistita una misura tanto universale come questo assegno unico. La misura ha sostituito in un colpo solo tutte le altre misure di welfare per le famiglie. Infatti con l’ingresso di questo assegno unico e universale sui figli a carico, sono venute meno le detrazioni per familiari a carico (anche se non per tutti), i bonus bebè, l’assegno alla nascita e pure gli assegni familiari (anche in questo caso non per tutti).

A marzo quindi, la misura compie il suo primo anno di funzionamento. E qualcosa cambierà per i percettori, anche se a dire il vero a molti, soprattutto sugli importi, qualcosa è già cambiato.

In risposta a diversi quesiti dei nostro lettori, ecco una sintetica guida alla misura, per fugare eventuali dubbi che molti hanno di fronte a queste novità tra indicizzazione e nuovo ISEE.

“Salve, non capisco perché a un mio conoscente hanno già aggiornato l’importo dell’assegno unico a febbraio, dal momento che ha preso quasi 190 euro per il suo unico figli, mentre a me, per mia figlia, l’assegno è rimasto a 175 euro. Come mai?”

“Buonasera, colgo l’occasione per complimentarmi con voi, e ho un quesito relativo all’assegno universale. Mia figlia il 28 febbraio compie 18 anni. Lei è la mia unica figlia e a gennaio e febbraio ho preso 175 euro di assegno unico. Ho appena rinnovato l’ISEE. Cosa prenderò di assegno adesso visto che mia figlia diventa maggiorenne?”

Il nuovo assegno unico da marzo, cosa cambia?

Quesiti come quelli prima riportati, arrivano in redazione ogni giorno e in numero piuttosto rilevante. Segnale inequivocabile che la misura interessa milioni di contribuenti e milioni di famiglie. E segnale altrettanto inequivocabile che la misura è alle porte di un cambiamento per il mese di marzo, che rischia di spiazzare molti beneficiari.

A gennaio tutte le prestazioni INPS, o quasi tutte, da quelle assistenziali a quelle previdenziali, si sono adeguate al costo della vita. L’inflazione determina un aumento degli importi erogati ai beneficiari. E l’assegno unico non è da meno. La normativa in materia però ha previsto che le famiglie titolari di questo beneficio, non saranno tenute a rinnovare la domanda presentata già lo scorso anno.

Basterà per continuare a percepire l’assegno unico spettante, rinnovare l’ISEE. Infatti quello del 2022 è scaduto il 31 dicembre 2022. Solo chi non ha preso l’assegno unico lo scorso anno, a prescindere dal motivo, quest’anno dovrà presentare domanda. Per i già titolari dell’assegno però, l’ISEE andrà rinnovato entro il 28 febbraio prossimo. Infatti per i primi mesi dell’anno, l’ISEE considerato dall’INPS per la liquidazione dell’assegno è quello vecchio. Gennaio e febbraio, in assenza di ISEE sono calcolati come le mensilità del 2022. A marzo, senza ISEE, l’assegno verrebbe erogato all’importo minimo previsto.

L’inflazione e come incide sull’assegno universale

Il primo dato di fatto è che c’è chi a gennaio e febbraio ha già preso un assegno più alto di quello incassato fino a dicembre. Da un lato per la perequazione, da un altro per l’ISEE rinnovato subito. Anche se per gennaio e febbraio l’ISEE di riferimento è quello dell’anno precedente, internamente l’INPS ha avallato il ricalcolo per chi ha provveduto in maniera sollecita a dotarsi del nuovo ISEE. E se da un lato il tasso di inflazione ha determinato l’aumento degli importi dell’assegno unico, il nuovo ISEE determina un ricalcolo per tutte le famiglie. E ci sarà chi ha preso più dello scorso anno e chi invece ha preso meno.

Le nuove soglie dell’assegno unico, dagli importi ai requisiti

Prima di parlare delle novità, dobbiamo aprire un focus sul meccanismo dell’assegno unico fino al 2022. Come importi, l’assegno unico e universale sui figli a carico di età fino a 21 anni non ancora compiuti, va da 50 a 175 euro a figlio per mese. A questi importi sono da aggiungere le maggiorazioni per gli invalidi, quelle per famiglie con entrambi i genitori che lavorano o quelle in salvaguardia per chi fino a febbraio 2022 era dentro il perimetro delle detrazioni e degli assegni per il nucleo familiare. Infatti detrazioni e assegni familiari oggi non sono più misure in vigore per chi in famiglia ha anche un solo figlio sotto i 21 anni di età.

Misure queste che restano in vigore per chi non ha figli a carico o non ha figli al di sotto di questa età. L’importo massimo di assegno riguardava famiglie con ISEE fino a 15.000 euro. Importo a calare fino a scendere alla soglia minima di 50 euro al mese a figlio per famiglie con ISEE sopra i 40.000 euro o senza ISEE in corso di validità. Per famiglie con i figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni, gli importi variano da un minimo di 25 euro al mese a un massimo di 85 euro.

Anno nuovo assegno nuovo

Condizione “sine qua non” per poter consentire all’INPS di calcolare l’assegno unico spettante effettivamente ad una famiglia su ciascun figlio, è quindi avere un ISEE valido. Cioè rinnovarlo all’anno in corso, anche se va detto che l’anno di riferimento dell’ISEE come redditi e patrimoni è quello dei due anni precedenti. Cambiano le soglie per quanto riguarda l’assegno che le famiglie percepiranno. Molto dipende dall’ISEE, ma anche l’indicizzazione avrà il suo inevitabile impatto sia sugli importi che sulle soglie dello stesso ISEE da non superare. A dire il vero qualcuno ha già visto il cambiamento a febbraio, ma a marzo tale evento riguarderà la generalità dei beneficiari.

L’importo minimo, oltre che a chi non rinnova l’ISEE, riguarderà famiglie con ISEE entro la soglia di 43.240 euro. Sale quindi il limite ISEE e, inevitabilmente, lo fa anche per le soglie minime, che passano 15.000 a 16.215 euro. Gli importi mensili per figlio, sempre al netto delle maggiorazioni, passano così da 175 a 189 euro, mentre il minimo passa da 50 a 54 euro.

Mancato rinnovo dell’ISEE, cosa comporta?

L’ISEE va rinnovato quindi entro il 28 febbraio. Altrimenti l’assegno passa alla quota minima prevista già a marzo. Se il rinnovo viene fatto nei mesi successivi, l’assegno unico viene adeguato al reale importo spettante a partire dal mese successivo a quello di presentazione della nuova DSU dell’ISEE. E se tutto si completa entro il 30 giugno, la famiglia non ci rimette nulla. Infatti si ha diritto agli arretrati anche per i mesi in cui è stato incassato un assegno più basso. Se invece il rinnovo dell’ISEE arriva dopo giugno, nulla si potrà fare per le mensilità arretrate.