L’assegno unico figli a carico per l’annualità che va da marzo 2024 a febbraio 2025 entra nel vivo. Tra chi deve fare domanda per la prima volta, chi, invece, deve solo aggiornare l’ISEE e chi deve solo comunicare eventuali variazioni rispetto ad una domanda già presentata, diverse sono le casistiche.

La prestazione, ricordiamo, sostituisce, da qualche anno, alcune altre prestazione spettanti al contribuente. Come, ad esempio, la detrazione per figli e l’assegno familiare figli. È pagata direttamente dall’INPS mensilmente e va da marzo a febbraio dell’anno successivo.

L’importo spettante varia in funzione dell’ISEE ma con delle maggiorazioni a seconda dei casi (uno di questi è la presenza di figli disabili).

Spetta per ogni figlio minore, per ogni fino maggiorenne fino a 21 anni e per ogni figlio maggiorenne disabile senza limiti di età.

Chi deve fare domanda

Quando venne introdotto, ci fu necessità per tutti di fare domanda. Tranne per i percettori del reddito di cittadinanza. Per questi ultimi, infatti, il pagamento è stato automatico sulla carta RDC essendo l’INPS già in possesso di tutte le informazioni necessarie.

Per l’assegno unico che va da marzo 2024 a febbraio 2023, l’INPS, come per l’anno trascorso, ha fatto sapere che non c’è necessità di fare nuova richiesta per chi l’ha già fatta in passato. Questi sono chiamati comunicare solo eventuali variazioni.

Devono, invece, fare domanda chi la presenta per la prima volta e coloro che, avendola già fatta nel trascorso, la trovano nello stato di decaduta, revocata, respinta o rinunciata. Devono altresì fare domanda coloro che hanno fatto richiesta di assegno inclusione (che dal 1° gennaio 2024 sostituisce il reddito di cittadinanza). L’istituto, infatti, ha fatto sapere che la domanda assegno inclusione non equivale a domanda assegno unico.

Per chi deve fare domanda assegno unico, regola vuole che se fatta nei mesi di gennaio e febbraio, il pagamento decorre già da marzo.

Se, invece fatta dopo febbraio ma entro il 30 giugno, l’INPS paga anche gli arretrati da marzo. Laddove, invece, fatta dopo il 30 giugno si perdono gli arretrati.

Trovi qui tutte le informazioni per la domanda assegno unico 2024.

Assegno unico, i casi di variazioni da comunicare

Chi ha già fatto domanda in passato, dunque, non deve ripeterla nel 2024. Questi deve preoccuparsi, tuttavia, di aggiornare l’ISEE. In assenza di ISEE aggiornato al 2024, l’INPS pagherà l’importo minimo. Anche a tal proposito, vale che se l’ISEE è aggiornato entro il 30 giugno 2024, l’INPS pagherà il conguaglio sugli arretrati calcolato da marzo 2024. Se aggiornato dopo il 30 giugno 2024, si perde il conguaglio e l’INPS adeguerà l’importo dell’assegno unico solo a decorrere dal rinnovo ISEE.

Anche se non bisogna fare domanda, è necessario comunicare qualsiasi variazione. In casi più frequenti in cui si potrebbe verificare tale esigenza sono, ad esempio:

  • il figlio che diventa maggiorenne;
  • il sopraggiungere dello stato di disabilità dichiarato del figlio;
  • la nascita di un nuovo figlio;
  • la variazione dell’IBAN o della modalità di pagamento dell’assegno;
  • i criteri di ripartizione dell’assegno unico tra i genitori.

Una volta comunicata la variazione, l’INPS si prende del tempo per verificare quanto dichiarato dal richiedente. Quindi, potrebbe accadere che l’assegno unico salti qualche mese prima di essere adeguato (nell’importo) alle nuove condizioni dichiarate. Successivamente, l’istituto procederà al pagamento puntuale dell’importo erogando anche eventuali arretrati.

Per comunicare la variazione basta accedere alla propria domanda assegno unico direttamente dal sito INPS (con credenziali SPID, CIE o CNS). In alternativa ci si può rivolgere al Contact Center INPS o a Patronato.

Riassumendo…