La Commissione Finanze della Camera ha approvato l’obiettivo che impegna il Governo ad alleggerire la mano in tema di multe per assegni compilati male ovvero non riportanti la clausola di non trasferibilità. La sanzione dovrà essere proporzionale all’importo dell’assegno. Ma restano alcuni problemi: mancano indicazioni e direttive per quantificare l’importo delle multe e gli uffici delle Ragionerie si intasano. Abi e Bankitalia non sanno quantificare ad oggi il numero degli assegni senza clausola siano in circolazione.

Il testo del documento, firmato dall’onorevole Sergio Boccadutri, “segnala l’opportunità di adottare correttivi” per “evitare i potenziali effetti distorsivi” delle sanzioni “circa la violazione dei limiti al trasferimento di contante e sulla circolazione di assegni in bianco o privi della clausola di non trasferibilità”. In altre parole le multe addebitate ad ignari risparmiatori che si sono trovati ad usare libretti di assegni vecchi non riportanti la dicitura di non trasferibilità per la legge anti-riciclaggio. Con l’aggiornamento della normativa anti-riciclaggio datata 4 luglio scorso, la multa per chi compila o incassa assegni che non riportino espressamente la clausola di “non trasferibilità” (per importi sopra mille euro) è passata dall’1 al 40% del valore trasferito a una cifra compresa tra 3 mila e 50 mila euro. Spostata in avanti anche la soglia per aderire all’oblazione, ossia il diritto di pagare entro 60 giorni per evitare “contenzioso” con la Ragioneria territoriale. L’oblazione è arrivata a costare il doppio del minimo edittale: si è passati dal 2% del valore dell’assegno (20 euro su mille euro pagati) a 6 mila euro. La frustrazione dei consumatori vittime di questi aumenti ha fatto clamore e suscitato scandalo.

Assegni non regolari: clausole e multe

Il problema degli assegni compilati male o in modo parziale viene spiegato proprio dalla Ragionerie territoriali: “le banche che se ne accorgono sono obbligate ad allertare l’autorità. Nella stragrande maggioranza dei casi le contestazioni riguardano proprio gli assegni privi della clausola di “non trasferibilità”.


E anche l’oblazione sopra citata, prima via facilmente percorribile da parte dei consumatori in errore, ora diventa troppo costosa spingendo i malcapitati ad aprire il contenzioso.
E le stesse Ragionerie lamentano difficoltà anche in merito alla quantificazione delle multe per gli assegni senza clausola di non trasferibilità. Mancando indicazioni dall’alto, di fatto, “ogni Ragioneria deve procedere con la sanzione ‘di testa propria’, con l’effetto che un simile errore nella compilazione di un assegno può esser sanzionato diversamente tra Milano e Napoli”.

Cosa dovrebbe cambiare ora? La relazione della Commissione Finanze a firma Boccadutri in buona sostanza chiede al governo di tornare alla ‘logica delle percentuali’: “Il governo e il Mef devono raccogliere l’osservazione: si tratta non solo di sanare sanzioni abnormi rispetto alla violazione, ma anche di dare seguito ai principi di regionevolezza e proporzionalità contenuti nel diritto europeo, nella direttiva e nella delega”. Andrebbe poi chiaramente analizzata anche la portata retroattiva della misura, per tutelare chi ha ricevuto da luglio scorso multe assurde e sproporzionate.

E in mezzo si pone l’incognita elezioni del 4 marzo quindi non è escluso che il dossier sia tra i primi documenti a finire sul tavolo del nuovo governo.

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