Ormai è stato deciso che per il mese di dicembre sulle pensioni verrà applicato l’aumento previsto per la rivalutazione annuale al tasso di inflazione effettivo e non più previsionale. In pratica, con un mese di anticipo perché di solito questa operazione viene fatta con la prima mensilità di ogni anno, i pensionati finalmente godranno della loro pensione effettivamente spettante. Ma dal momento che su ogni rateo del 2023 qualcosa è mancato, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di questo ritocco di dicembre, ai pensionati spettano anche gli arretrati.

E sarà sempre il mese di dicembre quello del versamento di questi emolumenti aggiuntivi. Ma di che cifre si parla? Vediamo di rispondere al quesito di un nostro lettore, spiegando effettivamente cosa spetterà a dicembre in più di pensione ai titolari degli assegni.

“Buonasera, volevo capire che arretrati prenderò di pensione a dicembre per via della perequazione di cui sento dire. Io prendo un assegno di 950 euro al mese. Se è vero che adesso la pensione aumenterà di nuovo, mi sapete dire a quanto arriverà il mio mensile e quali cifre prenderò come conguaglio?”

Perché ai pensionati spettano degli arretrati con la pensione di dicembre?

Tutto nasce dal meccanismo di indicizzazione delle pensioni al tasso di inflazione. Infatti l’ISTAT ogni anno calcola l’incremento del costo della vita. Ma il dato definitivo di un anno, non può che sopraggiungere l’anno successivo e quindi comunemente prima del tasso definitivo l’ISTAT certifica quello previsionale. Tanto per intenderci a settembre la stima parla di un tasso di inflazione pari al 5,3%. Ma le previsioni dicono che aumenterà ancora, e quindi nel 2024 quando sarà il momento di aumentare le pensioni, potrebbe essere usato il tasso previsionale non avendo ancora conferme del tasso definitivo.

Nel 2022 si è registrata la stessa cosa. Il tasso di previsione dell’inflazione, che poi è quello che l’INPS ha usato per l’incremento delle pensioni a gennaio 2023, è stato del 7,3%.

Oggi però si scopre che il tasso definitivo ufficializzato dall’ISTAT è stato dell’8,1%. Generando un disavanzo per i pensionati, dello 0,8% al mese sui loro ratei.

Arretrati sulla pensione da prendere a dicembre, ecco le vere cifre

Il nostro lettore, teoricamente e al lordo di eventuali tasse da pagare, avrebbe dovuto prendere fin dal primo gennaio 2023 una pensione di 957,60 euro al mese. Invece asserisce di percepire tutt’oggi 950 euro. A dicembre la sua pensione sarà portata quindi a 957,60 e anche la sua tredicesima sarà adeguata all’aumento. Ma non solo.

Se calcoliamo che questo importo era spettante già da gennaio, ci sono anche 11 mesi di arretrati da percepire, ovvero 83,60 euro. Questo perché il nostro lettore rientra nella perequazione piena. E non tutti i pensionati hanno questo diritto. Infatti il meccanismo di rivalutazione degli assegni è a scaglioni progressivi.

Le fasce, gli aumenti e gli arretrati, ecco cosa accadrà alle pensioni di dicembre

Sia per gli aumenti e il ricalcolo dell’importo della pensione (occorre fare domanda) che per gli arretrati, la regola non cambia e si utilizzano sempre gli scaglioni progressivi. Quindi ci sono molti pensionati che avendo pensioni più alte di una certa soglia, godono di una perequazione limitata rispetto al tasso di inflazione. E saranno limitati anche gli arretrati da percepire, che non verranno calcolati partendo dal già citato 8,1% di aumento del costo della vita. L’incremento pieno, pari allo 0,8% a dicembre, spetterà solo ai titolari di trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS. Perché è per loro che si applica la cosiddetta perequazione piena dell’8,1%. Infatti gli scaglioni e l’aumento 2023 sono i seguenti:

  • fino a 4 volte il trattamento minimo (fino a 2.254,96 euro al mese di pensione) aumento pari all’8,1%;
  • sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo (da 2.254,97 a 2.818,70 euro al mese)  aumento del 6,86% (85% di 8,1%);
  • da 5 a 6 volte il trattamento minimo (da 2.818,71 a 3.382,44 euro al mese) aumento del 4,293% (53% di 8,1%);
  • tra 6 a 8 volte il trattamento minimo (da 3.382,45 e 4.509,92 euro al mese) aumento del 3,807% (47% di 8,1%);
  • da 8 a 10 volte il trattamento minimo (da 4.509,93 e 5.637,40 euro al mese) aumento del 2,997% (37% di 8,1%);
  • sopra 10 volte il trattamento minimo (pensione mensile oltre 5.637,40 euro) aumento del 2,592% (32% di 8,1%).

Pure gli arretrati vengono trattati con gli scaglioni previsti

Evidente che anche l’incremento di dicembre con gli arretrati, seguirà questa formula.

Infatti lo 0,8% di aumento sarà pieno solo per la prima fascia. Pertanto:

  • fino a 4 volte il trattamento minimo (fino a 2.254,96 euro al mese di pensione) aumento pari allo 0,8% da gennaio a dicembre;
  • sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo (da 2.254,97 a 2.818,70 euro al mese)  aumento dello 0,68% (85% di 8,1%);
  • da 5 a 6 volte il trattamento minimo (da 2.818,71 a 3.382,44 euro al mese) aumento dello 0,424% (53% di 0,8%);
  • tra 6 a 8 volte il trattamento minimo (da 3.382,45 e 4.509,92 euro al mese) aumento dello 0,376% (47% di 0,8%);
  • da 8 a 10 volte il trattamento minimo (da 4.509,93 e 5.637,40 euro al mese) aumento dello 0,296% (37% di 0,8%);
  • sopra 10 volte il trattamento minimo (pensione mensile oltre 5.637,40 euro) aumento dello 0,256% (32% di 0,8%).

Ecco i calcoli da fare in base alla propria pensione

Ricapitolando, essendo piena la rivalutazione per la prima fascia, chi prende 1.500 euro di pensione è a credito di 12 euro al mese e prenderà da gennaio a novembre, 132 euro di arretrati. La pensione di dicembre sarà pari quindi a 1.512 euro più i 132 euro di arretrati e naturalmente la tredicesima. Per chi prende 3.000 euro di pensione, il disavanzo è di 12,72 euro che genera arretrati per 139,92 euro. Chi invece prende 4.000 euro ha diritto a 15,04 euro di incremento e arretrati per 165,44 euro. Con 5.000 euro di pensione 14,80 euro di aumento e 162,80 euro di arretrati e per chi prende 6.000 euro di trattamento, aumento di 15,36 euro e arretrati da 168,96 euro.