Se i lavoratori che si avvicinano a fine carriera sono ansiosi di sapere se ci sarà l’attesa riforma pensioni 2024 e quali misure in essere saranno oggetto di proroga, chi ha già smesso di lavorare e fa i conti con l’inflazione, punta sull’aumento pensione a gennaio 2024. A quanto ammonta la perequazione? A chi spettano anche gli arretrati? C’è però un altro tipo di aumento che ha carattere strutturale, tuttavia pochi ne sono a conoscenza. E la beffa è che non viene attribuito in automatico ma richiede domanda dell’interessato.

Dunque se non la fai, perdi l’aumento di pensione che invece ti spetterebbe. Cerchiamo di capire meglio come funziona.

“Ciao sono andato in pensione 6 anni fa ma nel frattempo ho continuato a lavorare part time come autonomo. Che fine faranno i contributi versati dopo la pensione? Come faccio a non perderli?”

Pensioni 2024: quali aumentano e di quanto

Parlare di aumento pensioni a gennaio 2024 è improprio perché lascia pensare che ci sarà un maggior potere di acquisto e che, in altre parole, i pensionati avranno più soldi. In realtà la perequazione altro non è che un adeguamento degli assegni al costo della vita, tenendo conto dell’inflazione. Vuol dire che le pensioni aumenteranno di qualche euro (i calcoli esatti aiutano a frenare facili entusiasmi) ma che, a fine mese, quello che resta in tasca verosimilmente sarà lo stesso. Un bonus pensioni a inizio anno può essere al massimo rappresentato dagli arretrati sulla perequazione.

Il caso che ci viene proposto è invece un aumento più significativo e duraturo.

Aumento e supplemento: quando spetta il ricalcolo e come fare domanda

Se un pensionato continua a lavorare anche dopo essere andato in quiescenza, potrà chiedere il ricalcolo della pensione. Attenzione: “chiedere” significa che senza domanda non sarà attribuito l’aumento pensione d’ufficio, anche qualora spettante.

Vale la pena ribadire che ci sono forme di pensione anticipata incompatibili con il lavoro in pensione.

Sostanzialmente il ricalcolo può avvenire in due modi:

  1. ricostituzione (ad esempio quando non vengono conteggiati correttamente tutti i contributi versati);
  2. supplemento per chi lavora dopo la pensione.

E’ questo il caso di chi continua a versare i contributi anche in pensione.

Non serve essere in pensione da molti anni per avere diritto al supplemento. Ne sono sufficienti anche due. Dunque chi è in pensione da almeno due anni ma nel frattempo ha versato contributi anche se al 50%, può chiedere (e ottenere) il ricalcolo dell’assegno. Il che comporterà un aumento della pensione. La stessa cosa può essere fatta a cadenza di 5 anni (ovviamente fermo restando i versamenti). Una misura che potrebbe risultare particolarmente interessante per chi va in pensione giovane e con un importo basso.