La pensione è un diritto per i lavoratori, la nuova riforma ha previsto L’APE o anticipo pensionistico in tre versioni: l’APE social, l’APE aziendale e l’APE volontaria.

La misura dell’anticipo pensionistico è stata creata con l’obiettivo di realizzare maggiore flessibilità, creare un flusso finanziario ponte esente da imposte ed erogato mensilmente. L’anticipo pensionistico, avrà un ammontare commisurato alla pensione di vecchiaia, nell’ attesa del raggiungimento dei requisiti anagrafici e certificata dall’INPS.

Pensione Anticipata Volontaria, firmato il decreto, retroattiva dal 1° maggio 2017

Ape volontaria

L’Ape volontaria si rivolge a tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici con età anagrafica pari o superiore ai 63 anni e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto a una pensione di vecchiaia d’importo, certificato dall’INPS, non inferiore a un certo limite.

La prestazione pensionistica è ottenuta tramite un prestito corrisposto da un istituto di credito.

Contestualmente al prestito, il lavoratore sottoscrive un’assicurazione contro il rischio di premorienza in maniera tale da evitare che il debito residuo si rifletta sulla eventuale pensione di reversibilità o sugli eredi.

L’importo erogato col finanziamento bancario dovrà essere restituito in 20 anni.

La restituzione è comprensiva degli interessi bancari e degli oneri relativi alla polizza assicurativa ed è parte dalla data di pensionamento con rate di ammortamento costanti.

Pensione anticipata 2017: non solo APE, nel decreto anche la RITA

Protesta dei sindacati: l’ Ape volontaria è uno strumento oneroso per i lavoratori

La CGIL contesta la metodica dell’APE volontaria, il prestito per i lavoratori è troppo oneroso e dovrà essere restituito per intero con tutti i costi accessori.

Ecco il comunicato pubbicato dalla CGIL che informa i lavoratori e si rende disponibile a tutti i chiarimenti attraverso il loro Patronato.

“L’Ape volontaria non è un anticipo di pensione, contrariamente a quanto affermato dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Boschi, ed è tutt’altro che operativa”.

Così il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli in seguito alla firma del Dpcm sull’Ape volontaria da parte del Presidente del Consiglio Gentiloni.

Ghiselli specifica, infatti, che si tratta di “un prestito bancario oneroso per i lavoratori, che dovrà essere restituito per intero con tanto di costi per interessi e garanzie assicurative”.

“È bene inoltre ricordare, aggiunge il dirigente sindacale, che l’Ape volontaria è tutt’altro che operativa, mancando ancora la registrazione della Corte dei Conti, la pubblicazione, la circolare Inps e, soprattutto, le convenzioni con il sistema bancario ed assicurativo, con tutte le insidie che ciò può nascondere soprattutto in termini di tassi d’interesse da applicare a carico dei lavoratori”.

“Naturalmente, conclude il segretario confederale, saranno le singole persone a valutare se utilizzare o meno l’Ape, e la Cgil e il suo Patronato garantiranno a tutti le adeguate informazioni su questo strumento”.