Buongiorno, sono un’insegnante che è in pensione dal 1 settembre 2019, sono stata all’INPS per avere chiarimenti sull’anticipo del TFR fino a 35.000, che è stato tanto pubblicizzato in TV in primavera, ma non ne sanno niente. Ho letto che il 7 Luglio scorso è uscito un decreto che tratta di questo anticipo e di una convenzione con le Banche a basso tasso. Lei mi può dire qualcosa di più? Grazie anticipatamente.

A che punto è la normativa sull’anticipo del Tfr?

Non esiste, ad oggi, ancora un accordo ufficiale tra banche e ministeri quindi l’erogazione anticipata del TFR/TFS per i dipendenti pubblici non è ancora fruibile.

A quando il decreto per l’anticipo del Tfr?

Il documento di luglio al quale fa riferimento la lettrice che ci ha scritto è probabilmente il Dpcm firmato dall’allora ministro della Pa, Giulia Buongiorno con il quale si disciplinava la liquidazione del tfr anticipato. Stando alla procedura il lavoratore potrebbe rivolgersi direttamente ad uno degli istituti di credito aderenti all’accordo con l’Abi per il finanziamento agevolato. Il Dpcm prevedeva che tra la data di presentazione della domanda di rilascio della certificazione alla banca e quella effettiva di accredito dell’anticipo tfs non debbano trascorrere, appunto, più di 75 giorni (ai quali vanno comunque aggiunti i tempi tecnici di presentazione da parte dell’interessato della domanda di anticipo all’istituto di credito nonché quelli di istruttoria interna della banca).

Questo documento era stato redatto e indirizzato al Garante per la protezione dei dati personali e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Lo step successivo prevedeva la richiesta di parere al Consiglio di Stato.

Anticipo TFR: che cosa succederà con il nuovo governo?

In attesa di aggiornamenti, i tempi per la liquidazione del tfs restano lunghi:

  • almeno 12 mesi in caso di pensione di vecchiaia;
  • fino a 24 mesi per la pensione anticipata.

Non bisogna dimenticare, peraltro, che la liquidazione del tfr avviene a rate: solo quando l’importo si colloca entro i 50.000€ è previsto il pagamento in un’unica soluzione.

In caso contrario l’erogazione è scandita in due (qualora l’importo sia compreso tra i 50 mila e i 100 mila euro) o tre rate annuali.

La federazione Confsal-Unsa ha già presentato appello al nuovo Governo chiedendo di trovare una soluzione in tempi rapidi.
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